Scrittore ti voglio parlare

Scrittore ti voglio parlare Scrittore ti voglio parlare CARO Scrittore ti voglio parlare, e così, anche per l'Annus Domini 1998, Habemus Miss Italia: meno male. Scivolato via dai nostri tubi catodici, lo spiritoso concorso ha naturalmente lasciato dietro di sé - ci mancherebbe - il consueto retrogusto di déjà-vu: le concorrenti in trepidante attesa del verdetto mano nella mano; le sconfitte che felici abbracciano la novella reginetta; le nonlacrime di quest'ultima (addirittura sollecitate, per rispetto, suvvia!, della tradizione). C'è stata, a spettacolo concluso, anche l'abituale contestazione di presunte irregolarità nel conteggio dei cosiddetti televoti. E, come da programma, alla vincitrice è stata regalata una cucina. Da vecchia femminista vorrei sapere che cosa ne pensa un giovane maschio come te. Tua Ferdinanda. Cara Ferdinanda, temo che per sua stessa natura la TVgeneralista, consapevole delle esigenze dei rotocalchi nazional-popolari, non possa sottrarsi ai noti rituali: il prodotto deve essere sempre uguale a se stesso, anno dopo anno (chissà che una volta in pensione Mirignani non ne creino un altro identico all'originale, utilizzando gli stessi effetti speciali già visti ne IL CORVO. Probabile). Quanto alla bella, funzionale cucina recapitata in premio all'Emozionata Vincitrice, credo serva a ricordarle - se mai ce ne fosse bisogno che cosa ci si aspetta da lei una volta smessi i tacchi, le calze a rete e il costume da bagno (però potrebbe anche tenerli; chi non desidererebbe prendere in moglie una Miss che sfornella in tacchi, calze a rete e costume da bagno?). Personalmente, spero che la poveretta possa disfarsi di scolapiatti ed elettrodomestici, magari barattandoli: non dico con l'equivalente peso in libri (palesemente inutili), ma almeno con un computer, odierno mito tecnologico senza il quale un giovane - o una giovane - pare destinato, alle soglie del Millennio prossimo venturo, a una vita di Serie B (così com'è stato per secoli e secoli per voi donne, e così come sembra essere da secoli e secoli per noi del Toro). Ma, cara Ferdinanda, pensandoci bene credo che la Bellissima di turno un computer ce l'abbia già. Scartata l'ipotesi dei libri (un tantino snob) tanto vale che si tenga la cucina. Il tuo giovane maschio. Caro Scrittore ti voglio parlare a Torino, sulle carrozze giallogrigie della linea 4, tra la terza e la quarta porta, sotto l'apposito sostegno per reggersi durante la marcia, c'è una targhetta: VIETATO SPUTARE. Suppongo sia installata anche sulle altre vetture in circolazione: non lo so di sicuro perché da anni ormai uso soltanto il tram numero 4, elaborando durante il tempo del mio abituale tragitto fino a via Bertola una serie di congetture sul perché di tale divieto. Se ora vige la proibizione di sputare, mi domando, c'era forse un tempo in cui ciò era permesso? Perché si è reso necessario esplicitare la proibizione? A me sembra scontato che sui mezzi pubblici non si debba sputare (anche se ogni tanto trovo sulle carrozze mucchietti di semi d'arancia o d'uva, in particolare nei posti più lontani dall'autista). E infine: il fatto che non si possa sputare su autobus e tram autorizza forse i cittadini a farlo altrove, magari per strada, bersagliando i passanti? (Per strada tra l'altro non esistono cartelli di divieto: quindi eventuali rimostranze sarebbero illegittime). Tu cosa ne pensi? Elisa. Cara Elisa, le questioni sollevate dalla tua gentile missiva mi paiono complesse, articolate, soprattutto scivolose. Il fatto che per strada non siano stati ancora esposti cartelli del tipo VIETATO SPUTARE è senza dubbio una grave mancanza dell'Assessorato all'Arredo Urbano (tra i cartelli mancanti suggerirei anche VIETATO VOMITARE e VIETATO ORINARE: ma, prima, sarebbe opportuno ripristinare i Vespasiani); l'assenza di tale avviso però non autorizza eventuali sputatoli a bersagliare di sputi gli altri passanti: a meno di specifica autorizzazione da parte di questi ultimi (anche se è raro incontrare qualcuno con al collo il cartello POTETE SPUTARMI ADDOSSO, GRAZIE). Ad ogni modo: se sui tram della linea 4, tra la terza e la quarta porta, c'è la targhetta VIETATO SPUTARE, è evidente che, anni fa, sui tram della linea 4, tra la terza e la quarta porta, ci si ritrovava a sputare: altrimenti detta targhetta, messa proprio lì, non si spiega. Per quanto mi riguarda, noìi posso fare altro che dirmi felice per non avere mai preso - ai tempi il tram numero 4. Anche tu, evidentemente, hai iniziato a frequentarlo quando le riunioni degli sputatoli della linea 4 si tenevano ormai altrove. Tieni comunque presente che, non essendo il sottoscritto un esperto in diritto nautico, non ho idea di che cosa sto farneticando. Ciao.

Persone citate: Annus

Luoghi citati: Italia, Torino