UN OMAGGIO A ROBERT SCHUMANN di Leonardo Osella

UN OMAGGIO A ROBERT SCHUMANN UN OMAGGIO A ROBERT SCHUMANN Maratona con la sua musica da camera e il diario del grande amore per Clara AVEVA 21 anni Robert Schumann, quando conobbe la dodicenne Clara Wieck. La ragazzina era figlia del professor Friedrick Wieck, che impartiva a Robert lezioni di pianoforte. Pianista prodigio anche lei, attrasse l'attenzione e l'ammirazione del giovane musicista, che tuttavia si rese conto appieno di esserne profondamente innamorato soltanto quattro anni dopo. «Mi ricordo ancora come ti ho veduta la prima volta a mezzogiorno. Mi sei apparsa più grande, più estranea. Non eri più la bimba con la quale potevo ridere e scherzare, dicevi cose piene di senno e nei tuoi occhi mi ò apparso un raggio d'amore segreto e profondo». Nasceva così uno dei legami affettivi più celebri nella storia della musica, destinato tuttavia a cimenti dolorosissimi: nei primi anni per la pervicace, inesorabile opposizione del professor Wieck all'unione della figlia con il suo ex allievo; durante il matrimonio (celebrato addirittura dopo incresciosi ricorsi alle vie legali! a causa della malattia nervosa (e non solo) di Schumann, che tentò anche il suicidio gettandosi nel Reno e poi finì i suoi giorni nel marasma mentale in un manicomio. Comunque, appena sposati, i due decisero di tenere un diario in cui, a settimane alterne, ognuno registrava i fatti salienti e comunicava all'altro i propri pensieri. E' uno strumento prezioso per comprendere il carattere, ma anche per approfondire le figure artistiche dei due personaggi. Così gli organizzatori di Settembre Musica hanno pensato di pubblicarne una parte, che è confluita nel volume «Robert e Clara Schumann: Diari» edito dalla Edt; il libro è il secondo della serie inaugurata l'anno scorso con il carteggio fra Brahms e il prof. Billroth. Il volume sarà presentato venerdì 18 alle 17 al Piccolo Regio e nell'occasione l'attrice Paola Roman ne leggerà alcune pagine; inoltre Giacomo Fuga e Francesco Cipolletta eseguiranno gli «Studien fùr Pedalflùgel per due pianoforti » di Schumann nell'adattamento di Debussy, mentre il soprano Valentina Valente accompagnato da Erik Battaglia proporrà alcuni Lieder.. Sarà questo il preludio alla maratona del giorno successivo in Conservatorio: qui, dalle 17 in avanti, con una guida all'ascolto di Giorgio Pestelli, verrà presentata di seguito, fino a tarda notte, una lunga serie di brani cameristici. Interpreti: il Quartetto d'Archi di Torino (Giacomo Agazzini, Umberto Fantini, Andrea Repetto, Manuel Zigante), il Trio Debussy (Antonio Valentino, Piergiorgio Rosso, Francesca Gosio), il Trio di Torino (Giacomo Fuga, Sergio Lamberto, Dario Destefano), i pianisti Cipolletta e Erik Battaglia, il soprano Valentina Valente, e poi Marina Bertolo (violino), Gustavo Fioravanti (viola), Giovanni De Angeli (oboe), Gianpiero Sobrino (clarinetto), Ettore Bongiovanni (corno). Leonardo Osella

Luoghi citati: Torino