AFFARI AI TEMPI DELLA THATCHER di Masolino D'amico

AFFARI AI TEMPI DELLA THATCHER AFFARI AI TEMPI DELLA THATCHER L'ACCORDO INGLESE D. J. Taylor traduzione Rosalia Coci Sellerio pp. 406 L 15.000 N questo suo terzo romanzo, l'interessante nuovo scrittore inglese D. J. Taylor (n.1960) affida la narrazione a un giovane rampante americano, pur proveniente da una famiglia di anglofili, allo scopo di gettare uno sguardo distaccato sugli orrori dell'euforica Londra del business sotto la Thatcher. Scott Marshall è brillante executive in una ditta di revisori di conti, specializzata nel depredare le aziende e altre organizzazioni che le si rivolgono e che di consueto, avendo panni sporchi a josa, si trovano costrette a subire. Durante l'arco di tempo della vicenda, alcuni mesi, praticamente tutto nella vita di Scott, sia sentimentale, sia familiare, sia lavorativa, va a rotoli. Questo può dipendere anche dal fatto che Scott in realtà non è tagliato per nuotare in mezzo ai pescicani, e un sintomo del suo disagio è la sua inclinazione a restare semisoffocato, talvolta, dal cibo, con conseguenze particolarmente imbarazzanti durante i pranzi di affari. I sentimenti, Scott crede di tenerli sotto fermo controllo, contentandosi di una serie di rapporti con ragazze usa-e-getta, senza troppo rendersi conto nemmeno della differenza sociale, fondamentale in Inghilterra, fra una figlia di aristocratici e ur.n fbandata incontrata in un bar; così quando si mette in casa una esponente della seconda categoria si accorge a sue spese di essersi cacciato in un pasticcio addirittura mortale (è la parte più arzigogolata e meno convincente del libro). Dalla famiglia, lasciata negli States, Scott credeva di essersi emancipato per sempre; ma ecco che il padre un poco sclerotico nonché, come viene fuori, malato terminale, si presenta per concedersi un'ultima e malinconicissima vacanza in terra d'Albione, riproponendo al figlio il problema insoluto del venire a patti con le proprie radici. Quanto al business, in un momento di crisi della propria ditta Scott riceve l'incarico di occuparsi della situazione di una disastrosa squadra di football di quarta divisione, acquistata da un re della pornografia. Qui Taylor è al suo meglio, specie nella descrizione della sfacciataggine dell'affarista unita allo squallore del club, con coppe, giocatori e tifosi, argutamente visti dallo straniero come ingredienti di mi rito tribale di un mon¬ do sconosciuto e un po' repellente. Naturalmente il presidente, che ben poco sa di calcio ma che è pronto a pavoneggiarsi dopo un paio di imprevisti successi della squadra, si serve della società per riciclare denaro sporco, ma Scott non ha modo di mettere a frutto questa scoperta, della quale oltretutto non ottiene mai prove decisive; e alla fine, anzi, scopre di essere stato beffato, usato per scopi che nemmeno gli vengono spiegati; e assaggia sulla propria pelle quell'indifferenza ai valori umani che finora ha visto applicare dagli inglesi sui propri compatrioti. Un po' ridondante, non sempre lucidissimo nel dosaggio delle tre situazioni incrociate, anche un po' troppo lungo, il romanzo è tuttavia pieno di talento per le atmosfere fosche e un po' macabre, nonché di efficace ironia davanti alla volgarità. Appiattendo di necessità certi giochini sulle differenze fra inglese-inglese e inglese-americano, non sempre tutti convincenti secondo i recensori britannici, la traduzione forse lo ha perfino migliorato; e anzi, la sua autrice Rosalia Coci va complimentata per la verve che vi sfoggia, anche se sembra ignorare che il Booker Prize è il più importante premio letterario inglese (p.74), e (p.179) credere che «Middlemarch» sia una stagione e non il nome della cittadina teatro del romanzo di George Eliot. Masolino d'Amico L'ACCORDO INGLESE D. J. Taylor traduzione Rosalia Coci Sellerio pp. 406 L 15.000

Persone citate: Booker, D. J. Taylor, George Eliot, Rosalia Coci, Rosalia Coci Sellerio, Scott Marshall, Thatcher

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, States