«Un accordo per fermare i clandestini» di M. Mo.

«Un accordo per fermare i clandestini» Roma e Ankara «Un accordo per fermare i clandestini» ROMA. Italia e Turchia hanno firmato un accordo contro il traffico di clandestini nel quadro di un'intesa che comprende lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti, al riciclaggio di proventi illeciti. La firma fra il ministro degli Interni, Giorgio Napolitano, ed il collega turco Kutlu Aktas chiude i negoziati seguiti al caso dei clandestini curdi che aveva turbato i rapporti bilaterali lo scorso inverno, a causa dell'esodo dei profughi che giunsero sulle nostre coste salpando dai porti turchi. Da allora la trattativa si era prolungata a fasi alterne per la resistenza di Ankara a siglare un'intesa ad hoc contro i clandestini, come già fatto da Tirana, Tunisi e Rabat. Questo il compromesso raggiunto ieri: Ankara accetta di dar vita ad una collaborazione più stretta contro il «traffico di esseri umani» e Roma condivide la proposta di far rientrare questo passo in una più vasta strategia per contrastare la criminalità organizzata ed il terrorismo (termine che per Ankara comprende anche le attività dei combattenti curdi del Pkk). Non a caso l'associazione Azad per la libertà del popolo curdo ha protestato contro l'intesa. «Questo non è un accordo di riammissione, che prevede il rinvio dei clandestini al porto di provenienza - ha spiegato Napolitano -, ma un'intesa che migliora la collaborazione contro il traffico di esseri umani, intensificando la prevenzione, lo scambio di informazioni, le indagini sui porti di partenza». [m. mo.]

Persone citate: Giorgio Napolitano, Kutlu Aktas, Napolitano