Un compromesso sui medici

Un compromesso sui medici La riforma varrà soltanto per tutti coloro che entreranno a far parte della sanità pubblica dal primo gennaio Un compromesso sui medici Passa a metà il «rapporto esclusivo» ROMA. C'è voluta una seduta notturna del Senato, una raffica di interventi di Rosy Bindi e tanto lavoro di mediazione, ma alla fine la fase-due della riforma della sanità pubblica ha preso forma. Ed anche quel nodo così contestato del «rapporto esclusivo» dei medici con il loro ospedale-azienda, che da mesi agita i 98.500 ospedalieri, ha trovato una soluzione. Di compromesso, naturalmente. Ma onorevole. Almeno a giudicare dal voto che ha messo d'accordo maggioranza e opposizione. Ed eccola la chiave scelta per disinnescare le polemiche. Tutti i medici in servizio fino al 31 dicembre di quest'anno potranno scegliere tra attività esclusiva nell'ospedale e spazio per una attività privata esterna. Chi entrerà nella sanità pubblica dopo il 31 dicembre, sarà assunto in regime di «rapporto esclusivo» e potrà svolgere la sua attività privata soltanto all'interno degli ospedali. E' soddisfatta Rosy Bindi, che voleva festeggiare i vent'anni della riforma sanitaria avviata nel 1978 con la concessione di una delega per completare il cammino intrapreso. Ma, pur tra mille cautele, sono soddisfatte anche le associazioni dei medici che avevano minacciato fuoco e fiamme per difendere la «libera scelta» che sembrava minacciata da una pioggia di emendamenti proposti da Rifondazione comunista e poi ritirati in nome del compromesso raggiunto. Adesso la legge delega dovrà passare anche dalla Camera che l'aveva approvata già nel maggio scorso in un testo, però, che u Senato ha rimaneggiato in molti punti. Il voto della Camera, tuttavìa, appare ormai scontato: tutto l'iter dovrebbe concludersi in una settimana. Poi il ministro Bindi avrà 180 giorni per emanare i decreti delegati che disegneranno la sanità pubblica del Duemila. Ma i principi fondamentali sono tutti nei sei articoli che il Senato ha licenziato ieri notte. Privatizzazione del contratto di lavoro, nuovi rapporti con l'Università e con gli enti locali, pensione a 70 anni. Il punto più delicato, però, era proprio quello del «rapporto esclusivo» ..Una formula che vuole dire semplicemente questo: il medico che lavora per l'azienda-ospedale può svolgere anche una attività libero professionale, dopo le 38 ore del suo impegno contrattuale, ma può farlo esclusivamente all'interno delle strutture che lo stesso ospedale deve mettergli a disposizione. I guadagni frutto di questa attività sono poi ripartiti tra medico e ospedale. Con un. doppio risultato: migliorare i conti della sanità pubblica, ormai governata con meccanismi privatistici, e consentire al medico di mantenere i suoi pazienti personali. Questo meccanismo era stato già avviato nel '96. Adesso diventa la base stessa del nuovo sistema. Al punto che i medici che saranno assunti dagli ospedali dal primo gennaio del prossimo anno non avranno altro contratto che questo in regime di «rapporto esclusivo». I medici che già fanno parte della nutrita schiera degli ospedalieri - 98.500 su un totale di circa 300 mila medici in attività nel nostro Paese - potranno, invece, ancora scegliere tra il «rapporto esclusivo» e quel rapporto oggi definito «extramoenia» che gli consente di svolgere attività privata in studi o in cliniche dopo avere prestato la loro opera contrattuale nel servizio pubblico. Ma i decreti che Rosy Bindi si appresta a elaborare in base alla delega appena ricevuta, conterranno anche una serie di incentivi normativi e finanziari per convincere la maggioranza dei medici a scegliere la fedeltà al loro ospedale-azienda. La logica della fase-due della riforma, il ministro l'ha ribadita anche ieri nel dibattito al Senato: se la nuova sanità pubblica deve essere competitiva, bisogna fare di tutto perché i medici ospedalieri non lavorino anche «per la concorrenza». E per convincere i medici ad accettare il «rapporto esclusivo» già si delinea un'altra deroga. Il Senato, ieri, l'ha affidata a un ordine del giorno che impegna il governo a «definire i modi di uno spazio di attività esterna» all'ospedale per tutti i medici del ser vizio pubblico. A patto che sia svolta «in nome e per conto» dell'azienda sanitaria. In altre parole anche i medici che avranno un rapporto esclusivo con l'ospedale potranno effettuare interventi chirurgici o visitare pazienti in strutture private, ma come «inviati» del sistema ospedaliero che dovrà «trarne beneficio economico». Come dire che preleverà una quota del guadagno del medico per questi «interventi esterni». Enrico Singer Per gli altri ci sarà la possibilità di avere uno spazio per l'attività privata esterna I guadagni del doppio lavoro saranno ripartiti fra il medico e il suo ospedale il Ha finalmente preso forma la fase-due della riforma della Sanità e in particolare il nodo del «rapporto esclusivo» dei medici con il loro ospedale

Persone citate: Bindi, Enrico Singer, Rosy Bindi

Luoghi citati: Roma