«Le crisi russa e asiatica? Non toccano il mio Paese» di Giulietto ChiesaMaurizio Molinari

«Le crisi russa e asiatica? Non toccano il mio Paese» «Dopo gli investimenti italiani nel settore del petrolio, contiamo sull'arrivo delle vostre piccole e medie imprese» «Le crisi russa e asiatica? Non toccano il mio Paese» //presidente del Kazakhstan a Roma: non confondeteci con gli altri ex sovietici NURSULTAN NAZARBAEV CROMA RISI russa, risorse del Caspio e rapporti col Vaticano sono i piatti forti dell'agenda di Nursultan Nazarbaev, il presidente del Kazakhstan a Roma per una visita di tre giorni iniziata ieri al Quirinale e ricca di incontri politici ed economici. «Dopo gli investimenti energetici ora contiamo sull'Italia - spiega dopo il suo arrivo - per l'arrivo delle piccole e medie imprese». Sarà anche ricevuto a Castelgandolfo da Giovanni Paolo II. «Firmeremo l'accordo sulle relazioni religiose - annuncia il presidente della popolosa repubblica musulmana dell'Asia centrale - che consentirà al nunzio di insediarsi per inaugurare un dialogo proficuo con la Chiesa cattolica». Signor Presidente, qual è la Sua valutazione delle relazioni tra Italia e Kazakhstan? «I nostri rapporti sono estremamente intensi e diversificati, vantaggiosi per ambo le parti. Dopo la visita in Kazakhstan del Presidente del Consiglio Prodi e la firma del contratto per il giacimento petrolifero di Karachaganak, con Agip, British Petroleum e Texaco, l'Italia ha fatto un nuovo passo nella sua politica orientale, riaprendo la grande Via della Seta. Siamo riusciti a trovare un linguaggio comune e sono soddisfatto dal livello e dall'atmosfera nei rapporti. Ma ci sono altre possibilità che attendono di essere sfruttate, soprattutto per le piccole e medie imprese». La Russia sta vivendo la sua crisi economica più dram- matica. Rischia di ripercuotersi sul Kazakhstan e sulle altre repubbliche dell'ex Urss? «Già all'epoca del primo "tsunami" della crisi asiatica sono giunto alla conclusione che, a differenza dei cataclismi naturali, le catastrofi sociali sono frutto dell'ignoranza di qualcuno, di errori nella gestione e nelle scelte di priorità. Le radici dell'errore sono evidenti: il giovane vino delle riforme non va versato in vecchie botti. Ma il prezzo di questo errore è troppo alto. La Russia ci è amica e sono preoccupato perché vedo la casa del vici¬ no che va a fuoco. Non è ora di cercare i colpevob, l'importante è spegnere il fuoco prima che si estenda. Per quanto riguarda il Kazakhstan, posso rispondere che la crisi non ci ha quasi colpito. Il nostro sistema finanziario è forte, stabile e moderno, i kazakhi non hanno perso risparmi e capitali. Occorre che gh' imprenditori stranieri non cadano nello stereotipo di trasferire su di noi le preoccupazioni sugli altri Paesi post-sovietici. Insomma non vorremmo essere confusi con altri paesi della Csi. Lo dico senza malizia e so di essere puro in questo davanti a me stesso, ai vicini e all'Altissimo». Le organizzazioni finanziarie internazionali hanno commesso gravi errori nel dirigere il passaggio della Russia al capitalismo. Come stanno le cose nel Kazakhstan? «Il medico che ha curato il malato e il donatore che gli ha dato il sangue non sono necessariamente colpevob degb scarsi risultati della cura. Ogni Stato, come ogni uomo, è drammaturgo, regista e attore del proprio destino. In questo caso, si tratta del passaggio da mi'economia da comunismo di guerra alla concorrenza del mercato. Ma è ai capitani dell'economia nazionale che spetta adattare questo o quello strumento alla propria situazione, garantendo la stabilità del sistema. Nessuno è assicurato contro gb errori. Noi prestiamo ascolto al parere degb speciabsti stranieri, ma senza ideahzzarìi, comparando le nostre condizioni e pos¬ sibilità. Perciò non abbiamo crisi». La Sua repubbhca ha accesso alle enormi riserve di petrolio del Caspio, insieme ad altre tre ex repubbliche sovietiche e all'Iran. Come regolare la corsa all'oro del Caspio? «Noi non contiamo sulla forza, sul ricatto e sul rischio, ma sulla legge, il consenso e il guadagno. Invitiamo a collaborare tutti quebi che lo vogliono fare. Nonostante questo, ci rendiamo conto che le riserve di petrolio dicono molto, ma non tutto. E visto che ci troviamo in Italia parliamo di Italia: è importante l'esperienza del vostro Paese che, senza avere grandi risorse naturali, ha creato un potente consorzio di idrocarburi come l'Eni. Nel gioco vince l'intraprendenza e la felicità - come diceva il grande Leonardo arriva per chi lavora». Il Kazakhstan confina con la Russia in declino e con la Cina, sempre più attiva sulla scena globale. Siete in una posizione strategica ma anche vulnerabile... «Fm dall'antichità schiacciato tra gli imperi russo e cinese, il Paese dei Kazakhi è stato costretto a camminare su una lama affilata. Oggi la Russia e la Cina sono vicini e buoni partner. Non abbiamo pretese territoriab e contenziosi insuperàbili. Ci atteniamo al detto: "Dove lo stupido comincerà la rissa, il saggio porterà la pace"». Giulietto Chiesa Maurizio Molinari s s «Con Giovanni Paolo II firmeremo l'accordo sulle relazioni religiose, un Nunzio potrà insediarsi e avviare un dialogo con l'Islam» Nursultan Nazarbaev è a Roma (qui con Scalfaro) per una visita di tre giorni

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Nursultan Nazarbaev, Scalfaro