Senz'auto per vedere l'effetto che fa di Enrico Benedetto

Senz'auto per vedere l'effetto che fa L'esperimento del ministro all'Ecologia accolto da incomprensioni, polemiche, proteste e battibecchi tra flic e guidatori sorpresi Senz'auto per vedere l'effetto che fa Parigi si è svegliata con ventotto isole pedonali PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sbocciate ieri mattina come per miracolo, le 28 isole pedonali appassiranno stamane lasciando tuttalpiù una beve fragranza di ossigeno in una Parigi che l'automobile asfissia da forse troppo tempo. Esperienza effimera, ma non inutile. E che altre 36 città - Marsiglia, Besancon, Rouen, Bourges, Chambéry, Clermont-Ferrand, Nancy, Strasburgo, Grenoble l'abbiano imitata chiudendo almeno in parte il centro storico alle vetture, rende il test del ministro Verde all'Ecologia Dominique Voynet quantomai significativo. Malgrado incomprensioni, polemiche, proteste, e senza dimenticare i vivaci battibecchi nel Quartiere Latino tra flic e guidatori sorpresi al volante dalla sgradevole novità, in serata il bilancio appariva sostanzialmente positivo. Metti un giorno senza automobile. La sfida era provocatoria. E nessuno avrebbe osato lanciarla, a freddo, anche solo due anni fa. Quando, cioè, fra mille esitazioni la Francia iniziò a contemplare misure restrittive del traffico urbano scoprendosi in grave ritardo su diversi partner europei inclusa - orrore - l'Italia. Da allora, tuttavia, Parigi ha messo il turbo. Targhe alternate in caso d'inquinamento atmosferico eccessivo, piste ciclabili (ben 130 km!) attraverso cui il sindaco Jean Tibéri vuol riscattare una popolarità in declino, bollo ad hoc per i veicoli «puliti». Sinora, tuttavia, occorreva un pretesto per intervenire. Ossia i famosi «giorni a rischio» - invernali ma ancor più spesso estivi - in cui l'aria sfiora l'overdose da ossidi. Il 22 settembre passerà invece alle cronache come una giornata di beltempo ordinario in cui i Francesi osarono osare. Se non non altro, come cantava Jannacci, «per vedere l'effetto che fa». Qualcuno ci ha messo la fantasia, come la tribù di parigini talora attempati scesa per le strade con i rollers (e sabato si replica: manifestazione con 15 mila pattinatori urbani). Altri la rabbia. Per esempio a Chamonix, con blocco del traforo per protestare contro i 2500 camion che quotidianamente l'attraversano. Morale: i non pochi centri che temendo l'insuccesso si erano ben guardati dall'associarsi al programma oggi sembrerebbero rammaricarsene. Tanto che Nizza già annuncia in un prossimo futuro 24 ore off limits per le autovetture, imitata da Tolosa e Bordeaux. Raggiante la «ministra» - secondo la dizione jospiniana - Voynet. E anche il suo collega comunista Gayssot. Con un flusso automobilistico inferiore di appena il 20% alle medie giornaliere, non si direbbe che l'appello per un martedì «in città senza la mia auto» - come da slogan ufficiale - giustifichi l'esul¬ tanza. Da lunedì, tuttavia, un sondaggio ha messo entrambi al corrente che 69 cittadini su 100 auspicherebbero una chiusura totale e definitiva delle zone centrali. In altre parole, da elitaria e inguaribilmente utopica la «guerra all'auto» pare farsi popolare e realista. I politici non potevano che tenerne conto. Donde un florilegio di ecoproposte finora impensabili. La Concorde, piazza gigantesca e cru¬ ciale per la circolazione parigina, potrebbe risorgere nella versione pedonale che conobbero Luigi XVI e Maria Antonietta quando la Revolution li ghigliottinò. Non solo: grande escluso nell'inciucio bus-metrò da oltre mezzo secolo, il tram riapparirà forse all'alba del Duemila. Nantes, Rennes, Strasburgo, con i loro futuribili tranvai, additano la via. E la «tangenziale ferroviaria» di Parigi vedrebbe treni passeggeri contendere il monopolio ai merci. Moda o vera conversione? Tutte due. L'asfissia da scappamento covava certo fra la popolazione. Ma il fervore ecologico attuale potrebbe rivelarsi a sua volta passeggero. In ogni caso, l'ecoindustria è tra le poche ad arricchirsi nella Francia '98. L'ultimo gadget? Un rivelatore pocket di aria cattiva. Per 595 miserabili franchi, controanahsi istantanea garantita per smascherare l'estabhshment intossicatore. Enrico Benedetto Ma la maggioranza dei cittadini non è contraria alla chiusura totale e definitiva delle zone centrali Un ciclista attraversa un ponte sulla Senna chiuso al traffico automobilistico (FOTO AP)

Persone citate: Besancon, Clermont-ferrand, Dominique Voynet, Gayssot, Jannacci, Jean Tibéri, Luigi Xvi, Maria Antonietta, Verde, Voynet