«Troppi preti nel partito» di Guido Tiberga

«Troppi preti nel partito» «Troppi preti nel partito» Colletti: al vertice i reduci della De LA CRITICA DEL FILOSOFO A&Èb UANDO sono entrato in ■ JB Forza Italia", mi avevano assicurato che si trattava di un partito liberale...». Lucio Colletti, uno dei professori che Berlusconi ha arruolato in questa legislatura, ha la voce di chi sta scherzando. Ma non ha nessuna voglia di ridere, quando fa notare che «lo stato dirigente del partito è pieno, direi quasi ricco oltre il desiderabile, di personaggi di quarta e quinta fila provenienti dalla democrazia cristiana». Professor Colletti, sta dicendo che l'anima cattolica che Berlusconi sta cucendo addosso a Forza Italia non le piace? Per questo ha firmato il documento sulla fecondazione? «Io non sono un fanatico, non sono queste le cose che mi fanno rizzare il pelo sulla pelle. Il cavalier Berlusconi è cattolico, ricorda sempre ìe sue zie suore, cita don Sturzo molto più spesso di Einaudi. Va tutto bene, purché i laici che stanno nel partito non siano costretti a prendere posi- zioni che appartengono alla parte più oscurantista del mondo cattolico. Queste sono questioni di coscienza, non c'è disciplina di partito che tenga. La fecondazione assistita non è mica la Finanziaria. Le dirò di più, se mai si arriverà a votare in Parlamento sull'eutanasia, io voterò sì. Qualunque sia la posizione di Forza Italia...». Berlusconi però ha detto esplicitamente che sulla fecondazione assistita gli uomini di Forza Italia potranno votare secondo coscien- za. Non è che questo documento nasconde un dissenso politico? «Non sapevo che Berlusconi avesse fatto mia dichiarazione del genere. Bene: ero sicuro che lui la pensasse in questo modo». E allora perché la raccolta di firme, scusi? «Vede, se fosse dipeso da me io non l'avrei neppure pensata questa iniziativa. Francamente la trovo un po' volontaristica. Come dire? Un pizzico settaria... L'idea è venuta al buon Calderisi, che da radicale ha conservato quello spirito di milizia che io non ho più. E subito ho orecchiato un certo disappunto, certe rampogne... Scusi lei, cos'altro poteva fare uno come me?». «Disappunto e rampogne»? Sta parlando di una reazione ufficiale di Berlusconi? «Ma no. Almeno a me non risulta niente del genere». Di chi allora? «Dei soliti feldmarescialli con la divisa in disordine che accoppiano una minore intelligenza con uno zelo maggiore. Quando vedo questo tipo di persone il mio carattere diventa, come dire, spigoloso...». Professore, non succede spesso che venti parlamentari di Forza Italia firmino un documento di dissenso con le posizioni del loro leader. O no? «lo penso che non si possano obbligare i laici a seguire i principi dei cattolici. Io sono fatto così, se dò fastidio non hanno che da dirlo. Tolgo subito il disturbo». Prima l'ingresso nel Ppe, poi l'insistenza nel definire Forza Italia un partito cattolico. Non sarà tutta una tattica di Berlusconi per conquistare l'elettorato del Ppi? «Beh, è un'ipotesi che non si può escludere, dopo lo scontro tra la Cei e i popolari di Marini. Ma io penso che si tratti piuttosto dell'influenza di questi strani consiglieri di Berlusconi. Non pensi che io sia un mangiapreti, ma per me il posto di certa gente è in parrocchia. Non altrove». Guido Tiberga «Silvio da sempre cita Sturzo e le zie suore ma noi siamo laici e vogliamo restarlo» «Le dichiarazioni sul Vaticano? Forse una tattica per conquistare gli elettori del Ppi» Lucio Colletti