D'Alema: tranquilli, vi farò da consulente Sono il vostro ambasciatore nel mondo

D'Alema: tranquilli, vi farò da consulente Sono il vostro ambasciatore nel mondo D'Alema: tranquilli, vi farò da consulente Sono il vostro ambasciatore nel mondo BUENOS AIRES DAL NOSTRO INVIATO Sull'aereo che lo porta a Buenos Aires Massimo D'Alema non può che avere un pensiero in testa. Mentre a New York va in scena quell'oggetto misterioso di cui bisogna ancora verificare l'esistenza, cioè l'Ulivo mondiale, animato da un Tony Blair (dubbioso) dalla coppia Prodi-Veltroni (entusiasta) e dai coniugi Clinton distratti dal sexgate che tiene in scacco la Casa Bianca, dalla bocca del segretario diessino non può che uscire quella frase: «Io sono un ambasciatore dell'Ulivo nel mondo». Se si tiene conto del personaggio e del fatto che quell'espressione è condita sulla rotta per l'Argentina anche da altri discorsi tra il serio e il faceto, ci si accorge che l'ambasciatore rivendica anche un ruolo di primogenitura e di consulenza internazionale sull'argomento. «Farò conferenze - sostiene l'esperto - su come si organizza e si gestisce una coalizione, su come si tengono i rapporti tra le varie anime. Potrei essere definito un consulente. Del resto anche qui in America Latina hanno problemi. In Argentina bisogna tenere insieme l'Alianza in cui c'è anche un Bordon, questo però si chiama Eduardo. In Cile ce ne sono altri. Doveva esserci l'alternanza nella coalizione di centro-sinistra, la guida l'avevano promessa al partito socialista ma i de di lì non vogliono cedere...». Guai a replicare a quelle parole con la constatazione che la guida democristiana nelle coalizioni di centro-sinistra sembra un fattore stabile anche nel resto del mondo perché D'Alema lancia un'occhiataccia e taglia corto: «...Semmai in Cile!». Un'irritazione comprensibile quella del segretario diessino che ha appena rilasciato un'intervista alla «Nation» di Buenos Aires, in cui non scarta l'idea di diventare in futuro il capo del governo italiano. Siamo lì, ad un passo dai problemi di casa nostra, ma l'uomo del Bottegone sta at¬ tento a non attraversare quell'esile linea di confine. C'è chi 10 critica a bassa voce per aver lasciato Prodi e la maggioranza in balìa del voto di oggi sulla commissione d'inchiesta per Tangentopoli? Lui in privato ricorda lo sforzo che ha fatto per convincere sia Cossiga, sia la Lega a votare contro: se ci saranno quei 50 voti in più, il suo voto sarà superfluo. E i problemi della Finanziaria, i rischi di una crisi di governo? «Si potrà sapere qualcosa solo 11 3 ottobre, quando si riunirà il comitato politico di Rifondazione». Per cui l'Italia per qualche giorno sarà dimenticata. E visto che Prodi e Veltroni a New York erano con Clinton, D'Alema non vuol parlare neppure dello scabroso interrogatorio del Presidente Usa che ha appassionato per un pomeriggio in tv milioni di italiani. «Non l'ho visto - risponde -. Io a casa la tv l'accendo solo per i cartoni animati che piacciono ai miei bambini e quella non era certo una trasmissione adatta ai bambini. Ormai la mia opinione sull'informazione è andata avanti. Non vedo neppure i tg. Mi accontento dei cartoon e di televideo. E' l'atteggiamento migliore per chi fa politica. Non si hanno interferenze, non si è distratti da quel fiume di chiacchiere che si fanno. Così uno tiene la rotta e basta». Niente da fare, bisogna accontentarsi degli umori del segretario diessino sull'Ulivo mondiale, anche questi, inutile dirlo, tutti da decifrare. E sì, perché al consulente, all'ambasciatore, all'uomo che si autoesalta senza arrossire perché El Clarin lo definisce «una de les mas notables cabezas politica de Europa» («I vostri editori non ve lo farebbero scrivere» ironizza), questa storia dell'Ulivo mondiale continua a sembrare poco seria, anche se non può dirlo apertamente per non alzare il solito vespaio di polemiche. Così per decrittare il suo pensiero bisogna stare appresso a qualche frase buttata qui e là. Gli fanno notare che il Financial Times ha sparato sull'Ulivo mondiale? Ebbene, D'Alema fa cadere il discorso ma poco più avanti osserva che «quello è un giornale serio, che sta appresso ai fatti». E poi questa storia del consulente, dell'esperto non è detta a caso. D'Alema ci tiene a precisare che le alleanze politiche di tipo ulivista in America Latina non sono nate dal nulla. «Sono operazioni - racconta - che hanno cominciato a fare i primi passi nel '95. Che sono state aiutate dall'Internazionale socialista e che sono state seguite con particolare interesse proprio da noi italiani. Io Graciela Meiide, una delle possibili candidate presidenziali dell'Alianza, l'ho incontrata a Roma qualche anno fa». Insomma, i fatti sono l'Internazionale socialista, i parti¬ ti, le coalizioni, il resto sono ancora cose campate in aria. Non per nulla il segretario diessino sulla crisi dell'economia mondiale tira fuori un'idea che si sta facendo largo proprio nell'Internazionale: «Qualcuno pensa - e io sono d'accordo - che bisognerebbe istituire una sorta di consiglio di sicurezza dell'Orni per l'economia. Un organismo che abbia il potere di intervenire nelle situazioni di crisi, avvalendosi magari del Fondo monetario internazionale o della Banca Mondiale. Guardate quello che sta avvenendo in queste settimane: se il Brasile non regge i Paesi dell'America Latina pagheranno duramente la crisi delle economie asiatiche e la svalutazione del dollaro. Questi sono discorsi che cominciano ad essere condivisi da molti. Tutti debbono fare i conti con un sistema che rischia di bruciare da un momento all'altro grandi ricchezze. Anche Soros, che è un uomo intelligente, comincia a parlare in questo modo. Lui, come gli altri investitori istituzionafi che rappresentano fondi d'investimento, vogliono un sistema stabile su cui si possano fare delle previsioni. Vedete, anche la finanza, come il capitalismo, dopo la fase selvaggia vuole regole...». Augusto Minzolini «In Tv vedo solo cartoni, niente Tg Chi fa politica deve fare così; non è distratto dalle chiacchiere» E in una intervista alla «Nation» il leader diessino non scarta l'idea di diventare premier Il segretario dei diessini Massimo D'Alema è da ieri in visita in Argentina