«Meglio a gradi, l'Euro si avvicina» di Francesco Manacorda
«Meglio a gradi, l'Euro si avvicina» «Meglio a gradi, l'Euro si avvicina» La Bce richiama anche Irlanda, Spagna e Portogallo BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I tassi italiani, come quelli di Irlanda, Spagna e Portogallo devono scendere e devono farlo presto. Lo chiede Wim Duisenberg, il presidente della Banca centrale europea, lanciando un messaggio deciso ai quattro Paesi dove il costo del denaro a breve è ancora sensibilmente più elevato di quello prevalente nella zona Euro. In questi quattro Stati, ha detto ieri Duisenberg durante un'audizione al Parlamento europeo a cento giorni dalla partenza della moneta unica, «deve esserci un aggiustamento rapido e sarebbe meglio che fosse un processo graduale piuttosto che un brusco ribasso in un giorno solo» per arrivare al «31 dicembre o al prossimo 4 gennaio, primo giorno lavorativo della zona Euro, quando vi assicuro che i tassi di interesse a breve saranno uguali». Insomma, «non bisogna aspettare il 31 dicembre per abbassare i tassi», ma questi vanno portati con delicatezza - magari a colpi di piccoli ribassi - da Antonio Fazio e dai suoi colleghi degli altri tre Paesi verso il livello prevalente tra gli Undici. Ma quale sarà questo livello? «Spero che non sarà una media dei tassi attuali; ritengo invece molto probabile che il tasso di interesse della zona Euro sia vicino a quelli in vigore da oltre un anno in Germania, Austria, Belgio, Francia e Olanda». Tutti Paesi dove oggi i tassi a breve sono al 3,3 per cento - in Austria addirittura al 3,2% - men¬ tre l'Irlanda svetta con il suo 6,19%, l'Italia è al 5% e Spagna e Portogallo sono rispettivamente al 4,25 e 4,5%. Ma proprio questo processo di convergenza verso il basso dei tassi di Eurolandia implica che gli Undici non possano accettare nessuna azione concertata con gli Stati Uniti per un calo del costo del denaro che dia fiato ai mercati finanziari colpiti dalle crisi. Intanto, ricorda Duisenberg, «i tassi d'interesse nei due terzi dell'area Euro sono notevolmente più bassi che negli Stati Uniti», ma soprattutto «stiamo garantendo la convergenza conclusiva dei tassi in Europa, non vogliamo che questo processo si interrompa per coordinare i tassi con chicchessia». Insomma, «non c'è né il motivo, né lo spazio» per agire in parallelo con il presidente della Federai Reserve Alan Greenspan, e anzi da buon banchiere centrale Duisenberg ha seri dubbi sull'efficacia di misure simili: «Parliamoci francamente, i tassi non risolvono tutti i problemi. Il Giappone ha cercato di combattere la crisi abbassando il tasso reale dall'1,5 all'1,25% ma non mi sembra che abbia ottenuto grandi risultati». Già, le crisi. Quelle che attraversano il Sud-Est asiatico, ma anche quella russa e l'inquietudine in America Latina («ma la crisi ha radici diverse da Paese a Paese»), che effetto avranno sull'economia degli Undici? «Niente panico», è la risposta del presidente della Bce, «non vediamo una recessione incombente, ma pensiamo che gli effetti diretti e indiretti di queste crisi pos¬ sono avere un limitato effetto frenante sulla crescita della zona Euro». Duisenberg, poco incline alla diplomazia, sembra però essere un po' meno ottimista della Commissione europea sulla performance degli Undici il prossimo anno: «Ritenevamo che la crescita nel '99 potesse essere del 3% o anche un po' superiore, adesso pensiamo che sarà qualche decimale in meno. Comunque l'Europa è forte e la crescita ci sarà». Anche di fronte al deprezzamento di dollaro e yen la Bce non prevede iniziative nell'immediato futuro: «Il nostro obiettivo è garantire la stabilità dei prezzi nell'area Euro», e solo se questa dovesse essere influenzata dai corsi delle valute «prenderemo i provvedimenti necessari». Intanto l'Europa può continuare a essere un'isola quasi felice: «La risposta migliore a queste turbolenze è dare un'immagine di continuità e stabilità». Restano invece ancora da definire con precisione gli strumenti di politica monetaria che userà la Bce per perseguire appunto la stabilità dei prezzi. Francesco Manacorda
Persone citate: Alan Greenspan, Antonio Fazio, Duisenberg, Wim Duisenberg
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