le Borse riprendono fiato di Zeni

le Borse riprendono fiato La rimonta partita da Tokyo. Clinton chiede «misure» al Giappone. Milano guadagna il 3,49% le Borse riprendono fiato Duisenberg a Fazio: «Abbassate i tassi» MILANO. Su e giù dietro Wall Street. Un'altra giornata in altalena per le Borse e se nel lunedì della paura (per la tenuta del sistema bancario giapponese) e della gogna televisiva di Bill Clinton il segno predominante, in Asia e in Europa, era stato il segno meno con forti ribassi ovunque tranne che a Wall Street, pronta ad assolvere subito il presidente, ieri è successo il contrario. L'Asia ha risalito la china con un rimbalzo della Borsa di Tokyo t + l,42°o) che resta comunque molto incerta sui possibili effetti dell'accordo allo studio tra maggioranza e opposizione per risolvere i problemi della Long Terni Credit Bank sull'orlo del collasso. Bene Tokyo, per un giorno, e in rimonta tutte le altre Borse, da Hong Kong (+2,83%) a Singapore (+1,83%). Ieri sera Bill Clinton, che ha incontrato a Washington il premier giapponese Keizo Obuchi, ha manifestato il pieno appoggio americano al Giappone, alle prese con la più grave crisi degli ultimi cinquantanni, sollecitando però «energiche misure» per fronteggiare la drammatica crisi bancaria e uscire dal tunnel recessione. Gran sospiro di sollievo dunque dopo il disastro di lunedi sui mercati europei, tutti positivi fin dalla mattina presto, e che solo i tentennamenti pomeridiani di Wall Street, passata da positiva a negativa mezzora prima delle chiusure in Europa, hanno in parte frenato: bene Milano (+3,49%), Francofolle (+2,37%), Londra (+2,3%), benino Parigi l+0,16%) dove finalmente si è ripresa l'Alcatel dopo tre giorni di passione che aveva dimezzato il valore del titolo. Così così, invece, Wall Street partita con un timido + 0,03% azzerato nel giro di pochi minuti in concomitanza con l'indebolimento del dollaro (tornato a 1,6860 sul marco) che ha poi vivacchiato, incerta, tra un -0,5% e un 0,7%. C'era da aspettarselo, è il commento generale degli analisti. Passata la grande paura di un contemporaneo aggravarsi della situazione in Giappone e di una crisi politica della presidenza Clinton, incassata l'assoluzione di Wall Street, a Londra come a Piazza Affari un po' tutti immaginavano un martedì sotto il segno del rimbalzo. E puntualmente, come già era avvenuto dopo i precedenti grandi ribassi, ecco che a un capitombolo è seguito un rialzone che, in Piazza Affari, a un certo punto della giornata sembrava addirittura più consistente con l'indice Mibtel che veleggiava deciso sopra il 4%. Non che siano di molto cambiate le aspettative dei mercati, Milano compresa: l'incertezza la fa sempre da padrona e, a confermarlo, sono proprio le forti scosse in basso e in alto degli indici, i rapidi cambi di segno da positivi a negativi dei prezzi, l'atteggiamento cauto degli operatori che si limitano a operazioni di trading giornaliero. Non è ancora tempo dì certezze, insomma. Anzi, a turbare Piazza Affari, ieri si è rivista l'ombra lunga di una possibile crisi di governo per via della Finanziaria contestata da Bertinotti, un'incertezza aggiuntiva che, come sempre succede in simili momenti, rende ancor più nervoso un mercato che ha già i nervi a fior di pelle. Così passa via liscio, quasi senza un vera reazione, l'invito di Wim Duisenberg, governatore della Bce, alla Banca d'Italia perché inizi al più presto la graduale riduzione dei tassi. Mentre fa subito drizzare le antenne ogni rumor di mercato. Ed ecco la nuova attenzione per i titoli bancari, per il Credit (+5,71%) dopo le dichiarazioni dell'amministratore delegato Alessandro Profumo che ha anticipato risultati «superiori al budget», per la Banca di Roma (+6,55%) che in Piazza Affari molti vedono prossima preda di una Comit ( + 3,11%) difficilmente desti¬ nata (sempre secondo Piazza Affari) a stringere alleanze alternative con Imi-Sanpaolo. Si vedrà. Frena anche la Fiat (-2,48%) sulla scia delle indiscrezioni sull'effetto negativo dell'andamento del mercato brasiliano sui conti. Molti gli ordini di vendita, soprattutto dall'estero, anche per l'Olivetti che ha chiuso in ribasso del 2,72%. E gran animismo attorno alla Snia (+4,47%) con un 2,5% del capitale passato di mano in due giorni, attivismo che ha inevitabilmente riacceso i riflettori sull'uomo dei blitz casalinghi, Luigi Giribaldi. Armando Zeni min A sinistra il presidente della Bce Wim Duisenberg e (a destra) il premier giapponese Keizo Obuchi