La prima «blues dance» torinese fra un film girato a San Salvano e una sfida dei dj a colpi di hip hop di Paolo Ferrari

La prima «blues dance» torinese fra un film girato a San Salvano e una sfida dei dj a colpi di hip hop L'EVENTO La prima «blues dance» torinese fra un film girato a San Salvano e una sfida dei dj a colpi di hip hop LE chiamavano «blues dance». Erano le feste organizzate a fine Anni 50 sulle piazze dei mercati dagli immigrati caraibici in Gran Bretagna. Si suonavano calypso e soul. Il nome dei party non derivava dal genere musicale dominante. Si chiamavano «blues» perché blu era il colore delle prese di corrente a cui attaccarsi, quelle predisposte per gli allacciamenti dei vari banchi di vendita. La tradizione si sarebbe trasformata nel «Carnival» di Notting Hill Gate, che ogni anno raduna a Portobello un milione di persone. L'abbiamo fatta a San Salvario, domenica sera, la prima blues dance torinese. Proprio sulla piazza del mercato coperto, tante volte al centro di battaglie più grandi della piazza stessa, del quartiere e dell'intera città. Niente paura, non ci si è attaccati ai cavi volanti dei banchetti. Tutto era a norma. L'Aiace, il Comune e la Regione si sono impegnati per offrire un contorno adeguato alla proiezione di «Benvenuto in San Salvario», un film a cavallo tra documentazione e commedia che il torinese Enrico Verrà ha realizzato nel quartiere. E' la storia di un fotografo che si ingegna per sbarcare il lunario fino all'intuizione decisiva: immortalare l'immigrazione non ai soliti fini sociali, ma per un pubblico nuovo, quello di chi è rimasto in Africa, in Asia o in Sud America e riceve i ritratti dei parenti lontani. I quali posano su auto di grossa cilindrata e Enrico Verrà, regiUna domulticome al di Nott ta torinese menica etnica Carnival ing Hill con la maglia della Juve per far credere di aver conquistato il successo. Delicato, anche spiritoso (qualità rara quando si trattano argomenti sociali), elegante e ben interpretato da Riccardo Lombardo e Laura Curino, il film di Verrà ha già conquistato un prezioso primo premio all'Adriatico Cinema '98 di Marco Bellocchio. In piazza ^ Madama Cristina, al termi¬ ne dei 24' di proiezione, giunge il secondo riconoscimento, l'applauso della piazza piena di gente, arricchito dai boati della «torcida» locale per gli attori pescati dal regista nelle strade del quartiere. E via, con la «battaglia» tra dj. Sì, la blues dance è qui. Contro dj Prince, monarca ghanese dei giradischi il venerdì e il sabato sera al Doctor Sax del Murazzi, l'Italia schiera tal Paolone a.k.a. Ferrari. «Contro» per modo di dire, la sfida è fraterna e si gioca a colpi di hip hop, raggamuffin e iùnky. Un'agguerrita ciurma di rapper africani, guidati da Fatima, consorte dello stesso Prince, si scatena al microfono. Snoop Doggy Dogg, Wyelef Jean, Buju Banton, Tupac Shakur, girano sui piatti e infiammano la dance hall multicolore. Grandi assenti, la «sinistra retorica» del multietnico e l'intolleranza razzista. Non ci sono mancati. Per il resto, né Prince né io sapremmo mai dirvi chi dei due abbia vinto. Però, nessuno ha perso. Paolo Ferrari Una domenica multietnica come al Carnival di Notting Hill ^ Enrico Verrà, regista torinese

Persone citate: Buju Banton, Delicato, Enrico Verrà, Laura Curino, Marco Bellocchio, Paolone, Riccardo Lombardo, Snoop, Tupac Shakur

Luoghi citati: Africa, Asia, Gran Bretagna, Italia, Sud America