Violante: oggi il governo ha struttura inadeguata

Violante: oggi il governo ha struttura inadeguata Il presidente della Camera Violante: oggi il governo ha struttura inadeguata Al convegno della Fondazione Agnelli «L'esecutivo dovrebbe essere sdoppiato» Due livelli al vertice del governo: uno «strategico», l'altro operativo, «giorno dopo giorno». L'ha detto ieri, il presidente della Camera Luciano Violante al dibattito che si è svolto alla Fondazione Agnelli sul volume: «Interessi nazionali e identità italiana», pubblicazione curata da Fabio Corsico per l'editore Franco Angeli. Al convegno hanno partecipato, oltre a Violante, il presidente Ifil e vicepresidente della stessa Fondazione, Umberto Agnelli, il direttore Marcello Pacini, il presidente del Centro alti studi per la difesa, generale Pietro Solami, il rappresentante dell'Osce, generale Carlo Jean, lo storico Gian Enrico Rusconi e il presidente della Commissione Finanze e Tesoro, del Senato, Franco Debenedetti. Secondo Violante, «in Italia l'esecutivo ha una struttura inadeguata». Perché il capo del governo (oggi Romano Prodi) trascorre buona parte del proprio tempo a mediare, facendosi carico anche della politica spicciola. Cosa che non accadeva in passato, perché, allora, le «mediazioni» erano a carico dei partiti. Due livelli di direzione dell'esecutivo, dunque. Grazie alle quali il capo del governo può occuparsi soprattutto «dei grandi compiti strategici», mentre «un altro soggetto - un ministro, un vicepremier - può far fronte all'ordinaria amministrazione, i rapporti fra i ministri, l'attuazione delle politiche in Parlamento e così via». Questa miniriforma istituzionale può compiersi guardando ad altri modelli: quello francese e quello tedesco. Il che, secondo Violante, servirebbe a far funzionare un Paese alla ricerca della propria identità. E proprio sul tema «interessi nazionali e identità italiana» si è dibattuto alla Fondazione Agnelli. Violante ha tracciato un identikit di massima della funzione di questa sorta di «ministro alla Presidenza, che non è il vicepresidente del Consiglio, Walter Veltroni, ma un soggetto al quale delegare, appunto, la routi- La prodi rifovuodeleal vicepl'ordiamminis posta orma ole gare remier naria trazione ne quotidiana del giorno per giorno». Mentre, oggi «sulla figura del presidente del Consiglio si concentrano due tipi di competenze: la strategia, per esempio dialogare con Clinton, e tutto il resto, occuparsi delle Ferrovie dello Stato, dei trasporti, dell'immigrazione e via elencando», competenze «che non sono più assommabili nella vita di oggi». «In questi 40 anni - ha affermato Violante - il presidente del Consiglio è stato il notaio dei tre maggiori partiti, quando erano forti. Ora però i partiti sono deboli». Per questa riforma, sempre secondo Violante, «non c'è bisogno di una legge, ma di redistribuire le deleghe per un certo tipo di funzione. Sono problemi che vanno affrontati a livello di esecutivo». A questo proposito, secondo il presidente dell'assemblea di Montecitorio, si profila pure lanecessità di cambiare il ruolo anche del Presidente della Repubblica. Per dargli i poteri di ampio respiro e di indirizzo che ha, per esempio, Chirac, a Parigi. Mentre la gestione del quotidiano, Oltralpe, spetta al presidente Jospin. Insomma, in Francia si è attuata la riforma da lui delineata. Riforma che potrebbe essere di non immediata realizzazione, in Italia, perché, «richiederebbe un cambiamento costituzionale». Ed è proprio per questo che Violante invita tutti, forze politiche di maggioranza e di opposizione, a riflettere sui sistemi tedesco e francese. Modelli diversi che dovrebbero «essere studiati attentamente». In essi, e per certi versi anche in quello Usa, il livello della gestione, appunto, è separato da quello dell'alta politica planetaria. Conclude Violante: «Se riuscissimo ad avere un modello di governo in cui il premier ha il tempo di disegnare le strategie, lasciando ad altri la routine, potremo fare passi avanti verso quei valori comuni che sono il presupposto dell'identità nazionale». Giuseppe Sangiorgio La proposta di riforma vuole delegare al vicepremier l'ordinaria amministrazione Sul tema «interessi nazionali e identità italiana» si è discusso ieri alla Fondazione Agnelli, presenti il presidente della Camera Luciano Violante (da sinistra) e il presidente dell'lfìl Umberto Agnelli

Luoghi citati: Francia, Italia, Parigi, Usa