Lo uccisero strozzandolo lentamente

Lo uccisero strozzandolo lentamente Al via il processo sull'omicidio del presidente della cooperativa: i due giovani rischiano l'ergastolo Lo uccisero strozzandolo lentamente Infierirono sul datore di lavoro per 15 milioni Prima hanno cercato di ucciderlo stringendogli un laccio intorno al collo. Poi un filo del telefono. L'ultimo soffio di vita gliel'hanno tolto, alla fine, con una cintura. Una morte terribile per Lucio Zavanese, 44 anni, presidente della cooperativa Tourin Coop, di via Corte d'Appello 2. Lo uccisero per un pugno di soldi, 15 milioni. Il processo in assise (presidente Bernardi) è iniziato ieri. In gabbia due giovani: Luca De Cillis, 24 anni, dipendente della cooperativa e il suo amico Andrea Capodici, 30 anni. Omicidio a scopo di rapina, aggravato dalle sevizie e, per De Cillis, anche dalla premeditazione. Accuse da ergastolo anche se i due eviteranno il carcere a vita: De Cillis è seminfermo di mente e questo gli vale come attenuante. «Un delitto gratuito, senza senso. Sembrava una vittima della mafia: strozzato e con una palla di carta in bocca. Una morte orribile. Gli assassini hanno infierito su di lui per un quarto d'ora. Tanto ò dura- ta l'agonia di Lucio Zavanese. Che per tutto quel tempo li ha invocati di risparmiarlo: "Sono un padre di famiglia, ho dei figli" E quelli niente, hanno continuato a stringergli il collo. "Ma questo non muore mai"». Il 15 gennaio era giorno di paga per i dipendenti della cooperativa. E Zavanese, sposato, due figli, arriva verso le 7 alla cooperativa al secondo piano di via Corte d'Appello. Tipo prudente, consiglia sempre ai suoi impiegati di non aprire a sconosciuti. Lo trova un'ora dopo il fratello Marcello, riverso sul tappeto dell'ufficio. Strozzato. Il mistero dura lo spazio di due giorni. I carabinieri imboccano subito la pista giusta: sulla scrivania della vittima c'è il cedolino della busta paga di De Cillis, dipendente della cooperativa. Lo cercano, lo trovano. Poi risalgono a Capodici. E anche ad un terzo complice, al «palo» Claudio Canino che risponde solo di rapina e se la cava con 5 anni: ma la sua posizione non è ancora definita. De Cillis, difeso dall'avvocato Pier Luigi Ciaramella, ha ammesso il delitto, anche la premeditazione. Ha parlato di un gravissimo torto subito dal suo datore di lavoro, una sorta di violenza, ma nessuno gli crede. Capodici (avvocati Claudio Morra e Simona Alessio) ha spiegato he volevano fare una rapina: «Poi qualcuno ci ha riconosciuto per le scale. Avevamo i passamontagna, ma a quel punto non servivano più. De Cillis ha perso la testa». I famigliari si sono costituiti parte civile con l'avvocato Renzo Capelletto. Capodici ha offerto loro come risarcimento un alloggio. Si continua mercoledì. Nino Pietropinto hiano lergastolo Luca De Cillis, uno degli imputati