Sassi sulle auto, gioco di due bimbi di Lodovico Poletto
Sassi sulle auto, gioco di due bimbi Il lancio sulla direttissima dell'aeroporto. Colpita una vettura con famiglia a bordo Sassi sulle auto, gioco di due bimbi Igenitori sono stati denunciati Per loro era un gioco. Bastava alzarsi in punta di piedi e poi, con forza, scagliare le pietre oltre la rete metallica alta quasi un metro più di loro. Per gli automobilisti era un incubo. Le pietre piovevano giù all'improvviso, colpivano cofani e sfioravano cristalli di auto di passaggio. Finché un sasso grande come un pugno è finito su una Peugeot con a bordo una famigliola che rientrava a casa. Il guidatore, con il cuore in gola, è riuscito a controllare l'auto e accostare alcune decine di metri più avanti. Ha constatato i danni e dato l'allarme alla polizia stradale. Che ha trovato, fermato e portato al comando i lanciatori di sassi della superstrada TorinoCaselle. Stavolta, però, su quel cavalcavia, intenti a lanciare sassi, non c'erano adolescenti del campo nomadi di strada dell'aeroporto. Non c'erano i soliti ragazzini che di tanto in tanto mitragliano le auto di passaggio. C'erano, invece, due bambini, che alle dieci di sera, lontano dagli occhi dei genitori, hanno imitato i grandi e fatto «quelle cose viste in tv»; colpire con pietre le auto che sfrecciano veloci. La storia di Tonino e Filippo (i nomi non sono quelli veri), cuginetti di 6 e 11 anni che domenica hanno rischiato, per una bravata, di uccidere una famigliola è tutta raccontata nel rapporto che la po lizia stradale di Torino ha inviato alla magistratura e al tribunale per i Minori. Sono da poco le 22 Sulla direttissima che porta all'aeroporto, direzione Torino, non c'è traffico intenso, ma le auto sono ancora tante. Nei giardinetti al fondo di via Scialoja, poco lontano da un gruppo di case popolari, ci sono due bambini che giocano nonostante il buio e nonostante l'ora. Raccolgono alcune pietre, le ammucchiano lungo il muretto sovrastato dalle rete di protezio ne, sopra la superstrada. Colpire le auto è un gioco divertente: pri ma si sente la botta, poi le gomme che fischiano nella frenata sul!'a sfalto. Un gioco da terminare con una risata complice dietro un cespuglio, mentre in strada gli auto mobilisti imprecano. Ma una pietra finisce sulla Peugeot 306 famigliare di Luigi Trai di. «Tornavamo a casa da Volpiano - racconta -. Era tardi, mio fi glio di dieci anni era seduto da vanti, sonnecchiava. Mia moglie e il bimbo di 4 anni erano seduti sul sedile posteriore. Eravamo quasi allo svincolo quando c'è stata quella botta fortissima sul vetro e sulla portiera. Non ho capito subì to cosa fosse accaduto. Poi ho in chiodato. Ho visto una scheggia tura sul parabrezza e un'ammac catura sulla poita dalla parte di mio figlio. Dio, se ci prendeva in pieno, nella migliore delle ipotesi, mio bambino adesso era in ospedale con chissà quali lesioni. Nella peggiore, potevamo schiantarci e morire tutti quanti». Una pattuglia della polizia stradale è subito intervenuta. Gli agenti hanno capito da dove piovevano quei sassi e si sono messi a cercare i lanciatori. Li hanno trovati qualche minuto dopo: i due bambini erano ancora aggrappati alla recinzione, avevano in mano altri sassi-proiettili. Il resto è scontato. Tonino e Filippo sono stati riaccompagnati a casa, dove i loro papà e le loro mamme stavano tranquilli a chiacchierare. Piangevano, i bambini, erano spaventati. Se la sono cavata con ima sgridata e qualche sculacciata. Per i genitori, invece, sono iniziati i guai. La polizia stradale li ha denunciati per omessa custodia di minore: il fascicolo è stato trasmesso in Procura e al Tribunale dei Minori. Adirati, ma non troppo, hanno tentato di difendere i loro figli: «E' stata solo una bambinata». Ma a Luigi Traldi questa veloce giustificazione non basta: «Non si possono lasciare da soli, di notte, due bambini. Con quelle pietre avrebbero potuto uccidere qualcuno. Liquidare la faccenda dicendo che è una bambinata non è una giustificazione...». Lodovico Poletto Il cavalcavia, protetto da una rete, dal quale i due bambini di 6 e II anni lanciavano i sassi A fianco Luigi Traldi e la moglie Domenica che viaggiavano con i loro figli sull'auto colpita
Persone citate: Luigi Traldi
Luoghi citati: Torino
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