Zidane: tanti rivali sono già dietro di Fabio Vergnano

Zidane: tanti rivali sono già dietro Nella serata milanese che ha premiato molti bianconeri, il francese della Juve rilancia la sfida Zidane: tanti rivali sono già dietro E Del Piero assicura: per me il peggio è passato Gridolini isterici, transenne che ondeggiano, carabineri travolti, piazza San Babila, il cuore di Milano, sconvolta. Arriva il number one, Alex Del Piero, il nuovo capitano della Juve. Fra due mesi compirà 24 anni, presto discuterà il prolungamento del contratto. Ha il mondo in pugno, anche se questo non è il momento più felice della carriera. Ma quel pezzetto di stoffa rossa con una grande «C» bianca può aiutarlo a tornare in sella. Come prima, più di prima. Del Piero comincia con una battuta: «Da ieri ho il braccio sinistro più stretto», dice alludendo al nuovo simbolo che domenica pomeriggio gli ha consegnato Peruzzi. Un gesto importante che Alex ha gradito più del premio come miglior giocatore italiano della scorsa stagione che gli ha assegnato ieri sera una giuria composta dai calciatori italiani. Ora Alex può guardare lontano. Gli manca ancora il gol, ma di fronte a tutto il resto il fatto che dal 26 aprile non segni più su azione diventa un dettaglio. Spiega: «Dentro di me, ma soprattutto attorno a me ora c'è di nuovo il sereno. Il peggio è passato. Ma non ho mai trovato scuse, mi sono sempre assunto le mie responsabilità, mi piace essere me stesso comunque, nelle vittorie e nelle sconfitte. E da oggi sarà ancora di più così, aumentano gli oneri. Tuttavia non sarò solo: compagni come Peruzzi, Ferrara, Di Livio sono altrettanti capitani e un sicuro punto di riferimento». E sono stati proprio i senatori juventini a volerlo aiutare in un momento così particolare. Del Piero ha varie interpretazioni da offrire ad una decisione che l'ha sorpreso: «Oltre ad un senso di fiducia nei miei confronti, per me diventa un aiuto e pure una conferma che la squadra crede in me. Sono fiducioso e sicuro. E spero non mi manchi mai la salute». Ora sotto con il contratto. Non sarà un tormentone, tutto filerà liscio quando arriverà il momento di trattare. Alex resterà alla Juve fino al 2003 con un'opzione per altri due anni. I suoi guadagni lievi¬ teranno al livello di quelli di Vieri e Ronaldo: sei miliardi a stagione. Del Piero non ha cattivi pensieri neppure in questa direzione: «Ci sarà 'tempo per parlarne serenamente. Finora non l'abbiamo fatto perché non c'è proprio stata la possibilità. Non vedo problemi e non so se l'avermi dato questa fascia possa essere interpretato come un segnale positivo». Intanto Alex guida la Juve in vetta al campionato: «E' presto per avere delle indicazioni su ciò che succederà. Non mi stupisce che ci sia la Fiorentina in testa: il Trap è abituato alle alte vette». Fiducia a scatola chiusa nella nuova Juve arriva da Zidane: «Abbiamo iniziato nella maniera giu¬ sta. Ci sono squadre che hanno le nostre stesse ambizioni e che sono già dietro di noi. Il Pallone d'Oro? Devo fare di più, ma il fatto che sia un premio che si assegna in Francia può darmi un piccolo vantaggio. E' giusto che Del Piero sia il capitano: è un segnale importante, spero che Alex lo sappia cogliere». Premiato per il secondo anno consecutivo come miglior allenatore, Marcello Lippi non attribuisce significati particolari al primato in classifica: «La partenza è stata positiva come risultati, ma la Juve vera deve ancora arrivare. Non vedo in giro squadre che giocano bene e sarebbe strano che a questo punto la condizione fosse già buona. Anche i risultati delle Coppe confermano il disagio di chi ha dovuto dare tanti giocatori alle Nazionali e non ha potuto lavorare bene». Ma Lazio e Parma sono già un gradino sotto le altre: «Sia Eriksson sia Malesani hanno avuto problemi nell'assemblare gruppi profondamente trasformati. E' solo questione di tempo». E il Milan? «Zaccheroni ha portato idee nuove, è normale che ci siano delle difficoltà. Ma intanto i risultati aiutano a lavorare meglio». Sabato il Parma: «Una sfida che, a parte i tre punti in palio, significa ancora molto poco». Ma Peruzzi non è d'accordo: «E' un confronto fra due protagoniste. Può già valere qualcosa psicologicamente, perché vincere significa sentirsi forti». Fabio Vergnano

Luoghi citati: Francia, Lazio, Milano, Parma