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«Godzilla» divora i film di Venezia Record d'incassi «Godzilla» divora i film di Venezia ROMA. Nelle grandi città «Godzilla», nel primo weekend italiano, ha mangiato in un sol boccone i sette film veneziani di casa nostra in circolazione che disponevano di un egual numero di sale del «Mostro senz'anima». Tra venerdì e domenica «Godzilla», kolossal di Roland Emmerich, ha incassato 3 miliardi e 797 milioni, mentre i sette titoli italiani presentati a Venezia si sono avvicinati al miliardo: «I piccoli maestri» di Daniele Luchetti (288 milioni), «L'albero delle pere» di Francesca Archibugi (248 milioni), «Tu ridi» dei Fratelli Taviani (198 milioni), «Del perduto amore» di Michele Placido (97 milioni), «L'odore della notte» di Claudio Caligari (93 milioni), «Viola» di Donatella Maiorca (47 milioni) e «La ballata dei lavavetri» di Peter Del Monte (10 milioni). In questo inizio di stagione, in testa al box-office con 11 miliardi e 848 milioni c'è «Armageddon giudizio finale» di Michael Bay con Bruce Willis, seguito da altri 8 americani: il primo italiano è «L'albero delle pere» della Archibugi al 10° posto con un miliardo e 406 milioni. Gli autori italiani cercano all'estero affermazioni qualificanti e in Italia, pur di evitare l'umiliazione del botteghino, affidano alla televisione le loro opere. A Roma è uscito «L'estate di Davide» di Carlo Mazzacurati, un film nato per la tv e promosso per il grande schermo dopo l'invito al Festival di Locamo di agosto, come unico rappresentante - in concorso - della cinematografia italiana. La strada della tv l'ha intrapresa anche Franco Bernini dopo i 156 milioni incassati dal suo film d'esordio, come regista, «Le mani forti». Adesso la seconda opera di Bernini, «Sotto la luna», verrà trasmessa il 6 ottobre da Raidue. In questi giorni Stefano Reali, altro giovane regista apprezzato dalla critica, sta ultimando per Canale 5 un film sui carabinieri dal volto sconosciuto, per motivi di sicurezza, poiché appartengono al reparto incaricato di scoprire i rifugi di boss malavitosi più pericolosi. Ernesto Baldo