Poste, 1500 sono a rischio

Poste, 1500 sono a rischio Si tratta dei «semestrali» per i quali si era trovato un accordo Poste, 1500 sono a rischio Partite le prime lettere di licenziamento ROMA. Le lettere di licenziamento per i 1500 dipendenti delle Poste con contratto semestrale sono sempre lì, pronte nel cassetto, e nella categoria cresce la preoccupazione. A denunciare nuovamente la situazione sono i sindacati che, dopo aver annunciato nei giorni scorsi una mobilitazione, ora pensano di ricorrere anche ad altri strumenti e minacciano ricorsi alla magistratura se non verrà chiarita al più presto la vicenda. Non solo. I segretari generali della categoria (Slp-Cisl, Slc-Cgil, Uil-Poste) hanno incontrato ieri le segreterie confederali di Cgil, Cisl, Uil per concordare una strategia. I sindacalisti ricordano che l'azienda, in base ad alcuni impegni scritti, al termine dei sei mesi di lavoro, avrebbe dovuto assumere tutti i 1500 lavoratori chiamati a suo tempo per sostituirne altrettanti dipendenti passati a diverse amministrazioni pubbliche. Ma con la scadenza dei primi contratti semestrali, verso il 6-8 settembre scorso, invece delle assunzioni sono partite le prime lettere di fine rapporto di lavoro. Una decina in tutto, ma che rappresentarono un colpo a sorpresa per i sindacati che comunque riuscirono ad arginare momentaneamente l'iniziativa dell'azienda, ottenendo la promessa di mi nuovo contratto a termine, fino al febbraio del 2000. In quella data si sarebbe deciso se assumerli a tempo pieno o meno. «A fronte di tutte le assicurazioni politiche e di Passera sul fatto che non ci sarebbero stati interventi sul personale - osserva Paolo Tulio, segretario generale della Uil-Post - c'è questo netto orientamento verso una diminuzione del numero dei dipendenti, che si concretizza con il licenziamento di una decina di persone. Il sindacato non può far finta di niente. Il clima si sta scaldando negativamente». Oltre ai licenziamenti ci sono da capire le intenzioni del governo sul piano d'impresa ancora fermo all'esame del Tesoro, e l'atteggiamento da tenere di fronte a un protocollo d'intesa che non arriva e a una finanziaria che minaccia tagli consistenti. Per questo l'incontro, ieri pomeriggio con i vertici di Cgil, Cisl, Uil sul «caso Poste». «Se il governo sfugge alle proprie responsabilità - ha detto Antonino Sorgi, leader della SlpCisl - si va allo scontro, la lotta non è rinviabile se il governo non firma il protocollo che dovrebbe chiarire l'insieme dei problemi. Se non si definiscono, non migliorerà la qualità del servizio postale». «Troppa precarietà, improvvisazione - conclude Sorgi - e non pensino poi di scaricare un insuccesso sulle spalle dei lavoratori», [r. e. s.] Corrado Passera amministratore delegato delle Poste

Persone citate: Antonino Sorgi, Corrado Passera, Paolo Tulio, Passera

Luoghi citati: Roma