Brusca promosso pentito di A. R.

Brusca promosso pentito Ma resta in cella Brusca promosso pentito PALERMO. Il boss di San Giuseppe Jato Giovanni Brusca sta per essere ammesso nel programma di protezione riservato ai pentiti. Il sì finale spetta alla commissione centrale per i collaboratori della giustizia, sulla base dei pareri della Direzione nazionale antimafia e delle procure interessate: Palermo, Caltanissetta e Firenze (quest'ultima per la strage di via dei Georgofili). Ne hanno discusso ieri a Palermo i vertici giudiziari con il procuratore nazionale antimafia Vigna. Brusca per il momento rimarrebbe comunque in prigione e riceverebbe in tutto un'indennità di 150 mila lire mensili. Tuttavia otterrebbe la protezione per i familiari, cosa a cui tiene enormemente, ossessionato com'è da un'eventuale vendetta di congiunti o amici di sue vittime. Il boss, che ha confessato tra l'altro di aver azionato il telecomando nella strage di via D'Amelio (morirono il procuratore Paolo Borsellino e cinque dei sei poliziotti della scorta) è già stato condannato a 26 anni. Nei motivi di appello i pm che avevano chiesto la pena di 30 anni avevano rilevato che «la confessione di Brusca non è completa, le sue dichiarazioni non convincono e c'è il sospetto che non siano veridiche». Ora a breve distanza di tempo uno dei due pm, il procuratore aggiunto di Caltanissetta, Paolo Giordano, ha osservato che la testimonianza resa da Brusca nell'udienza in trasferta a Como nel processo bis per la strage, confermerebbe un'evoluzione positiva della sua collaborazione con la giustizia, [a. r.]

Persone citate: Brusca, Giovanni Brusca, Paolo Borsellino, Paolo Giordano

Luoghi citati: Caltanissetta, Como, Firenze, Palermo, San Giuseppe Jato