In trappola il carceriere di Soffiantini di Giovanni Bianconi

In trappola il carceriere di Soffiantini Il latitante sardo è stato bloccato in Australia: tradito da un passaporto falso e dalle lettere con alcuni familiari In trappola il carceriere di Soffiantini Farina preso a Sydney con 150 milioni in valuta ROMA. Dai monti della Calvana, in Toscana, alla Svizzera, e in Australia. Ma lì la fuga è finita, oltre un mese fa, il 15 agosto. Solo ieri però è stato possibile fare il confronto con le impronte digitali negli archivi della polizia italiana: s'è scoperto che l'uomo bloccato all'aeroporto di Sydney dalla polizia australiana a Ferragosto è Giovanni Farina, il bandito sardo carceriere di Giuseppe Soffiantini, dileguatosi a febbraio con i 5 miliardi del riscatto pagati per la liberazione dell'imprenditore bresciano, insieme con l'altro sequestratore sardo che gestì il rapimento, Attilio Cubeddu, tuttora latitante. Le fasi della cattura, annunciata solo ieri a tarda sera, sono state ricostruite in maniera ancora sommaria. Farina è sbarcato nella capitale australiana con un volo da Zurigo e al passaggio della dogana è stato fermato e controllato, come tutti. Dal bagaglio sono saltati fuori troppi soldi: l'equivalente di 150 milioni di lire in valuta non dichiarata. Quanto bastava per insospettire la polizia in un Paese dove l'importazione di denaro straniero, oh tre ima certa soglia, è proibita. A quel punto i controlli si sono fatti più attenti, anche sul documento che l'uomo aveva con sé: un passaporto intestato a Luigi Valiante, di 39 anni. Dieci giorni dopo, il «signor Valiante» è comparso davanti al tribunale di Sydney, imputato per il reato di importazione illegale di valuta. Durante l'udienza sono sorti dubbi anche sull'autenticità del documento, risultato smarrito in Italia dal vero titolare nel '94. Così, è scattata un una nuova imputazione di fronte alla quale l'uomo ha tentato un'improbabile fuga, conclusasi con una collutazione, prima che potesse lasciare i locali del tribunale. Con tutte le lentezze causate dalla burocrazia è partita la corrispon¬ denza con l'Italia, dove gli uomini del Sei-vizio centrale operativo della polizia, diretti dal questore Alessandro Pansa, avevano già degli elementi che collegavano il sequestratore di Soffiantini con l'Australia. Farina ha dei parenti in quelle terre, così come Francesco e Giovanni Zizi, altri due sardi coinvolti nella gestione di quel rapimento. E da tempo era stato intercettato uno scambio di corrispondenza tra alcuni familiari di Farina e degli Zizi in Italia e quelli che vivono in Australia. Il telex dall'Australia sull'uomo fermato è arrivato una decina di giorni fa, mentre le impronte digitali sono giunte a Roma - per posta solo ieri. Visto che le ricerche su Farina erano arrivate anche in Australia, si è deciso di fare un confronto anche con quelle del bandito sardo, schedato perché già ospite delle patrie galere, per altri sequestri. Dal confronto è venuta la certezza che si trattava proprio di Farina, il quale oggi compie 48 anni: è nato infatti a Tempio Pausania il 22 settembre 1950, arniche se da bambino sbarcò con la famiglia in Toscana, sui monti della Calvana, intorno a Prato. La polizia italiana ha comunicato la novità a quella australiana, accertandosi che Farina fosse ancora detenuto nel penitenziario di Canberra. E' stato richiesto il trasferimento in un carcere di massima sicurezza, considerata la pericolosità del soggetto già evaso da una prigione italiana ed è stata annunciata la richiesta di estradizione. Per lui come per gli altri imputati del sequestro Soffiantini, il processo comincerà 1' 11 dicembre prossimo, come ha deciso il gip di Roma. Soffiantini fu liberato il 9 febbraio scorso in Toscana, dopo otto mesi di prigionia grazie al pagamento controllato (autorizzato dal giudice) di un riscatto di 5 miliardi di lire in dollari statunitensi, riutirato da Farina e Cubeddu. Seguendo la pista dei soldi la polizia era arrivata in Svizzera: alcune banconote sono state ritrovate in una banca della confederazione elvetica, e altro denaro è stato trovato in Italia, ma cambiato in Svizzera. Ieri, l'avvocato Frigo, legale della famiglia Soffiantini, ha detto che l'imprenditore è «emozionato, ma molto contento» della cattura. Giovanni Bianconi L'avvocato Frigo: «L'imprenditore si è emozionato Ma è contento» Di fianco Soffiantini. A destra Farina, quando fu arrestato a Bogotà