Ulivo e Polo si contano Udr diviso su Cossiga

Ulivo e Polo si contano Udr diviso su Cossiga Ulivo e Polo si contano Udr diviso su Cossiga ROMA. Grande incertezza, alla vigilia del voto sulla commissione di inchiesta su Tangentopoli. Il Polo manifesta al cinema Metropolitan, i diessini cercano ancora, ma invano, di convincere i socialisti a unirsi alla maggioranza nel «no». Ma, mentre il comitato dei nove prenderà oggi in esame l'emendamento Boato-Paissan che fa slittare l'inizio dei lavori della commissione a dopo l'elezione del Presidente della Repubblica, e lo stesso capogruppo verde Paissan fa sapere che se passasse, anche loro sarebbero per il «sì», gli occhi sono puntati là dove ancora regna l'incertezza: Udr e Lega, i cui voti potrebbero alla fine risultare decisivi. Ds e Ppi da un lato, Fi e An dall'altro, hanno già più volte proclamato le loro opposte posizioni, senza far più cenno a possibili mediazioni, rinfacciandosi anzi l'essere gli uni la causa dell'irrigidimento degli altri. E ancora ieri il capogruppo dei ds Fabio Mussi ha risposto alla lettera inviata dai socialisti Boselli, Crema e Imposimato, ricordando loro che «sarebbe opportuna una loro posizione comune». Ma ha avuto come controreplica l'ennesimo, cortese, rifiuto: «Le commissioni parlamentari di inchiesta sono oggi ben undici, gli italiani hanno diritto alla verità, il centro sinistra a luglio aveva detto sì a certe condizioni che stavano bene anche al Polo, e comunque gli accordi di governo non c'entrano con questo voto». Anche il Polo sembra essersi dimenticato di quell'inizio di dialogo estivo. Per la prima manifestazione di una campagna d'autunno che si annuncia durissima, ha convocato tutti i suoi parlamentari italiani ed europei alle 10 al Metropolitan, cinema di proprietà del gruppo Fininvest, dove per ironia in questi giorni si proietta Armaggedon, filmone catastrofico con Bruce Willis ispirato al biblico «giudizio finale». Con Berlusconi, Fini e Casini. Chiuso nella sua opposizione, il centro-destra rigetta anche l'ultima avance di D'Alema a discutere di elezione diretta del capo dello Stato, giocando magari sul fatto che per An sarebbe difficile votare «no» al presidenzialismo che da sempre vuole. Proprio An parla invece di «provocazione, il cui fine, chiaro a tutti è quello di dividere l'opposizione», replica il portavoce Adolfo Urso. Che accusa D'Alema di usare «una vecchia tattica da ex comunisti», e sostiene che «anche le scelte di leadership vanno rispettate». Il centro-destra appare però indispettito dall'annuncio di Cossiga, alla festa dell'Unità di Bologna, di votare «no» in aula. «Ancora non abbiamo capito se è una scelta personale di Cossiga o l'anticipazione di una scelta del gruppo parlamentare, in ogni caso noi andremo per la nostra strada», commenta gelido il capo dei deputati azzurri Beppe Pisanu. Bruno Tabacci, Udr, chiarisce che il gruppo deciderà oggi come votare, dopo una riunione della segreteria. E, pur dicendosi personalmente a favore della commissione e raccontando che «a Telese la maggior parte dei parlamentari Udr pareva pensarla nello stesso modo», lancia messaggi a sinistra e a destra. «Cossiga alla festa dell'Unità ha detto no alla commisione e sì all'amnistia su Tangentopoli ma D'Alema, nel compiacersi per il no, ha del tutto ignorato la seconda questione», fa notare. Quanto a Berlusconi, «non si capisce se vuol vincere o perdere. Cossiga lo aveva chiamato sollecitando un colloquio sia sulla finanziaria sia sulla commisione - rivela -. Ma Berlusconi non ha risposto. Il Polo vuol fare da solo? - conclude il deputato Udr -. Allora perderà». Quanto alla Lega, la decisione di Bossi dovrebbe arrivare oggiMaria Grazia Bruzzone

Luoghi citati: Bologna, Crema, Roma