Condannata ad aver figli

Condannata ad aver figli Condannata ad aver figli Docente di fisica nucleare in Egitto IL CAIRO NOSTRO SERVIZIO Il Tribunale civile di Alessandria ha emesso ieri una sentenza che fa discutere l'Egitto, Paese guida nel mondo arabo nel campo dell'emancipazione femminile: ha ingiunto a una donna, docente all'Università di Alessandria, di avere dei figli dal marito e dedicare più tempo alla famiglia. Procreare e rendere febee il marito - secondo il tribunale presieduto da giudici laici - sono compiti basilari della donna sposata. Ecco i fatti: il marito, un uomo d'affari facoltoso, aveva presentato un ricorso al tribunale lamentando l'abbandono del tetto coniugale da parte della moI glie. Il matrimonio durava da cinque anni, ma lei era presa più dalle sue ricerche in fisica nucleare che dalle vicende domestiche e dagli altri obblighi che derivano dal matrimonio. Nel presentare ricoi-so, l'uomo aveva sottolineato di non essere più in verde età e di volere dei figli subito. Decisione che era stata rinviata di comune accordo - per via degli impegni della consorte nel campo della ricerca scientifica. Di fronte alle sue insistenze, la donna aveva disertato il tetto coniugale. Davanti ai giudici lo ha ammesso, dicendo che temeva di abortire a causa del suo lavoro in ambienti malsani ed esposti a radiazioni come i laboratori di fisica nucleare. Il tribunale ha ritenuto che si tratta di un pretesto. Ma anziché suggerire la separazione dei due coniugi, ha imposto alla donna di ottempe¬ rare alle richieste del marito. La sentenza non lascia equivoci: «La famiglia è al primo posto della graduatoria degli obblighi della donna. Pertanto la procreazione è da considerarsi fondamentale per la vita matrimoniale e per realizzare l'armonia e l'intesa in famiglia». E' un passo indietro sulla strada dell'emancipazione delle donne in Egitto, che fu il primo Paese arabo a concedere, con la Costituzione del 1957, l'uguaglianza Ira i due sessi. Ma tutto risale ai tempi di Sadat, il quale cercava l'alleanza con gli islamici. All'epoca la sharia, la legge coranica, fu considerata la fonte principale del diritto penale e civile. E siccome la sharia non riconosce i diritti acquisiti dalle donne nel XX secolo, ecco questo tipo di sentenze. Gli ulema, i dottori della Legge, non fanno altro che predicare il ritorno delle donne al focolare per ridurre la disoccupazione maschile. E il potere politico è sempre in bilico di fronte all'incalzare degli islamici: da una parte nomina una donna a capo della Corte amministrativa, dall'altra il ministro dell'Interno riconosce ai mariti il diritto di non consentire alle mogli di espatriare. Ibrahim Ref at

Persone citate: Ibrahim Ref, Sadat

Luoghi citati: Alessandria, Egitto, Il Cairo