Le banche «gialle» tremano

Le banche «gialle» tremano Le banche «gialle» tremano 1mercati bocciano il piano di salvataggio TOKYO DAL NOSTRO INVIATO Bill Clinton, dopo il lunedì orribile, potrà consolarsi stamane con Keizo Obuchi che, forse, sta peggio di lui. Il premier giapponese, alla prima uscita internazionale.dopo due mesi di governo passati più a contemplare impotente la crisi finanziaria che ad affrontarla, si presenterà a New York, al vertice dei Grandi, con un progetto di risanamento del sistema bancario che la Borsa di Tokyo, e l'opinione pubblica giapponese, hanno già bocciato. . Fin dalle prime battute le vendite sono piovute nell'immenso salone del Kabutocho, soprattutto nel settore bancario. A fine giornata il Nikkei ha lasciato sul terreno il 2,76%, arretrando ai livelli del 25 febbraio '86. Ormai è stato bruciato quasi tutto il terreno guadagnato dai tempi dell'accordo del Plaza, quando Reagan chiese e ottenne il rafforzamento dello yen sul dollaro, dando l'avvio alla «bolla finanziaria». E, nonostante i problemi di Clinton e la fragilità del dollaro, in mattinata lo yen è scivolato oltre la barriera di 133 contro la valuta americana. Ma perché questa reazione ostile all'intesa che Obuchi e Miyazawa avevano descritto come una vittoria, l'ora zero per la ripresa del sistema bancario? «L'accordo sembrava trasparente come il cielo. Ma il diavolo è ben nascosto nei dettagli...». James Fiorillo, analista delle banche a Tokyo per conto dell'olandese Ing Baring, risponde così alla domanda. L'intesa faticosamente raggiunta tra maggioranza e opposizione appare con il passare delle ore più uno straccio di compromesso per non presentarsi da Clinton a mani vuote che non un'effettiva svolta. Il nodo principale sta nel prossimo futuro della Ltcb, la banca sull'orlo della bancarotta. Al di là delle dichiarazioni di principio, il governo non ha mollato la presa. L'opposizione ha chiesto (e ottenuto) che la banca in pre-fallimento sia destinata a essere, almeno per il periodo del salvataggio, nazionalizzata. E l'ineffabile coppia Obuchi-Miyazawa (ministro delle Finanze e intramontabile padrino del partito al governo, l'Ldp) pareva aver detto di sì. Ma già sabato Obuchi ha fatto sapere che avrebbe detto a Clinton che non è intenzione del governo far fallire l'Ltcb. Il partito al governo, insomma, chiede che nelle casse della banca vengano versati fondi pubblici prima di procedere alla nazionalizzazione. L'opposizione, allora, ha rimesso in discussione l'intesa di venerdì. La grande partita bancaria, insomma, resta in alto mare. E le conseguenze per i mercati finanziari minacciano di essere molto gravi. Innanzitutto perché l'ostinazione del governo a far quadrato attorno alla Ltcb (la Long Term Credit Bank) autorizza i peggiori sospetti sullo stato di salute della banca, coinvolta nel mercato dei derivati, al punto che una sua insolvenza potrebbe provocare una pesante discesa di tutte le Borse. Secondo, perché la maggioranza delle forze politiche e della burocrazia giapponesi sembra incapace di prender atto della gravità della situazione, proponendo interventi a pioggia su tutte le grandi banche piuttosto che un processo di selezione e di risanamento attraverso le concentrazioni. Infine, perche il dilagare della crisi bancaria favorisce la tentazione dei colossi industriali, Toyota, Sony e Mitsubishi in testa, a prender la distanza dalle banche di cui sono azionisti. Fino a pochi mesi fa, al contrario, si pensava che Je grandi società potessero prendere la guida delle banche, compromesse con il sistema delle clientele. Oggi, invece, i vari keiretsu (grandi agglomerati di potere finanziario-industriali) sembrano decisi ad abbandonare le banche. Il travaglio del Giappone, perciò, sembra destinato a proseguire. Ieri l'Ibca, agenzia di rating europea, ha tagliato la pagella del debito estero di Tokyo a «AA+», sottolineando che il debito pubblico giapponese si sta pericolosamente avvicinando ai livelli di «Belgio, Italia e Grecia». E non c'è da attendersi miracoli. Per almeno due anni, ha sottolineato con amarezza il ministro dell'Industria Osamu Watanabe, la crescita sarà negativa. Difficile sperare, quindi, nella ripresa dei consumi. Ugo Bertone Sembra già fallito il compromesso appena raggiunto tra la maggioranza e l'opposizione Il premier giapponese Keizo Obuchi oggi incontra Clinton

Luoghi citati: Belgio, Giappone, Grecia, Italia, New York, Tokyo