Sexgate e Tokyo affondano le Borse di Zeni

Sexgate e Tokyo affondano le Borse Wall Street regge l'urto. Milano (-4,77%) brucia 27 mila miliardi. Crolli in Asia e America Latina Sexgate e Tokyo affondano le Borse Per l'Europa un lunedì da brividi MILANO. Il Giappone che precipita. I timori di una recessione più diffusa se non addirittura di una crisi globale. Il dollaro che s'indebolisce. E poi l'effetto Sexgate con la pubblica gogna del Presidente americano che incolla Wall Street, insieme a milioni e milioni di telespettatori nel mondo, davanti ai televisori e trasforma l'indice Dow Jones in un'ottovolante da brividi. Tutte a picco, le Borse. Quelle asiatiche con Tokyo giù del 2,76%, mai così in basso negli ultimi dodici anni, Hong Kong in calo del 3,7%, Singapore del 3,30%. Quelle europee: Amsterdam (-5,9%), Zurigo (-5,60%), Madrid (-5,4%), Milano (-4,77%), Francoforte (-3,98%), Parigi (3,54%), Londra (-1,29%). In altalena Wall Street che parte male, si riprende un pochino, ricade, risale e recupera: +0,4% . Pesanti le Borse sudamericane trascinate da quella brasiliana che apre con l'indice Bovespa giù del 6,6%. Così, nel lunedì di passione di Clinton che passerà alla storia per l'audience più alta nella storia della tv, sui mercati finanziari succede di tutto. Un calvario. Per la terza volta in un settembre che è sempre più nero tre quarti delle Borse mondiali, da Tokyo a Londra, da Milano a Wall Street, lasciano sul campo miliardi e miliardi. «Un disastro», è la sintesi finale. Paura, incertezza, cautela. Questi i sentimenti che ormai dominano i mercati, piccoli e grandi non importa. Ovunque le crescite registrate nel primo semestre dell'anno sono state azzerate o fortemente ridimensionate: in Piazza Affari, per esempio, il guadagno teorico dell'indice dal gennaio '98 è crollato dal più 53,3% del momento magico (ad aprile) al più 6,2% di oggi. E se è vero che, in tanto pessimismo, c'è chi comincia a dire che «forse si è arrivati vicini al punto minimo», altrettanto vero è che la miscela che sta alimentando il ribasso dei mercati è miscela esplosiva: unisce preoccupazioni fondate (la situazione giapponese) a sensazioni psicologiche che hanno sostituito l'ottimismo imperante di qualche mese fa, quando tutto andava su, col pessimismo di oggi, quando tutto sembra andar solo giù. E così, ecco ripetersi ancora una volta, la cronaca di una giornata particolare. Durissima. Alle otto è già lunedì nero. Tokyo perde il 3% e gli analisti del Kabuto cho rigettano al mittente, cioè al governo, il piano di risanamento del settore bancario, una specie di bomba a orologeria. Alle nove è Hong Kong a confermare il crollo asiatico, quasi 4% di perdita, nessun segno di inversione. L'Europa riapre bottega e i primi minuti di contrattazioni danno il senso della giornata: Francoforte parte a 1,64%, Zurigo addirittura a -3,20%, Londra si difende (-0,20%), Piazza Affari si adegua all'orso imperante (-2,33%). A innervosire gli animi, se possi- bile, ci pensano i computer, un guasto tecnico blocca le negoziazioni del Fib 30. Piove sul bagnato. E al listino è una raffica di tracolli, le Bnl ordinarie nella loro prima comparsa (dopo la conversione delle risparmio) sullo schermo durano lo spazio di un minuto: subito sospese per eccesso di ribasso. Crollano le Telecom, le Tim, le banche, l'Imi, il Sanpaolo. A mezzogiorno il Mibtel perde il 4,56%, il dollaro è ai minimi e le paure di crisi globale che arrivano dal Giappone si sommano alle attese, enormi, di quello che succederà nel pomeriggio a Wall Street quando il video di Clinton sarà ormai per metà di pubblico dommio. Alle due tocca a Telecom azzerare i guadagni degli ultimi mesi: per una decina di minuti il prezzo di Telecom scende sotto le 10.908 lire dell'offerta pubblica, sotto cioè il prezzo pagato dai milioni di nuovi azionisti che, come con l'Eni, proprio con le grandi privatizzazioni avevano scoperto la Borsa. Momento difficile, difficilissimo. Alle due e mezzo, quando il Congresso americano dà il via libera alla diffusione del video della vergogna in mondovisione, l'Europa delle Borse sembra sull'orlo dell'abisso: Amsterdam in rotta a -6,12%, Zurigo a -5,8%, Milano giù del 5,85%, Madrid del 5,15%, Parigi del 4,51%, Londra del 2%. Il peggio sembra lì lì per succedere verso le tre e mezzo quando Wall Street parte male e il Dow Jones in pochi minuti perde 1*1,33%. Ad Amsterdam per un quarto d'ora vengono sospesi gli scambi per raffreddare il quasi crac (-7,8%), la Borsa di San Paolo precipita (-7%), in Piazza Affari vengono sospese le Telecom di risparmio, a Francoforte la Siemens perde il 12% e l'8% l'Alcatel a Parigi. Alle quattro un sussulto. Il Mibtel recupera (fino a -2,84%), il Dow Jones perde ma è in recupero, forse la gogna di Clinton è meno gogna di quanto si temeva, fatto sta che le Borse europee ne approfittano per respirare un po'. Qualcuna recupera sul serio, Piazza Affari meno: a quindici minuti dalla fine, un grosso ordine di vendita su più titoli travolge il Mibtel che da 3,55% crolla a -4,77% e sono altri trentamila miliardi bruciati. Armando Zeni un tonfo. mondiale tra tokyo SKAWAli DELlf PRINCIPALI PIAZZE AZIONARIE INTERNAZIONAU, IN % Operatori angosciati ai video Per le Borse mondiali è stato un altro lunedì nero I mercati sconvolti da Tokyo e Sexgate

Persone citate: Clinton