Da Cuba all'Europa, il mondo è con Bill
Da Cuba all'Europa, il mondo è con Bill Da Cuba all'Europa, il mondo è con Bill Kohl: fatto a pezzi il posto più importante del mondo ROMA. Il mondo intero ha accolto con sdegno «la gogna elettronica» cui è stato sottoposto Bill Clinton (la definizione è del senatore Udr Meluzzi). Un coro indignato e solidale si è levato in difesa del presidente dalla Francia alla Germania, dall'Italia a Cuba e perfino all'Iran. Il premier britannico Tony Blair, uno dei più prudenti, ha ribadito che Clinton è per lui «un buon amico e alleato», ma si è premurato di far sapere che il suo appoggio «non è basato solo sull'amicizia: i politici americani lo capiranno». In Francia invece il sexgate ha unito le forze politiche. Il presidente Jacques Chirac ha rinnovato a Clinton «tutta la sua stima e la sua amicizia»; il centrista Bayrou (Udf) ha definito l'intera faccenda «un dramma per la democrazia mondiale», e il socialista Lang «un tentato omicidio audiovisivo». Durissima Simone Veil: «Starr è un guardone e credo abbia anche turbe sessuali». Lo sdegno per la trasmissione ha unito in considerazioni gastriche il Cancelliere tedesco Helmut Kohl («stomachevole») e il leader socialdemocratico Oskar Lafontaine («rivoltante»). Kohl si è preoccupato che «il posto più importante del mondo sia fatto a pezzi». E ha aggiunto: «Non si tratta di simpatia o antipatia ma questo posto richiede un presidente con piena facoltà d'azione. Il modo in cui si cuscute di questo sulla pubblica piazza è per me totalmente insopportabile». «Disapprovo questo grande show», ha detto il leader comluni- sta russo Zjuganov, ma una lezione di saggezza l'ha data il quotidiano dei sindacati cubani «Trabajadores», secondo cui «Un sistema che si permette il lusso di promuovere una severissima inchiesta nei confronti del suo capo dello Stato mentre la situazione nazionale e internazionale è così difficile, mostra sia un'esagerata fiducia in se stesso, sia una tendenza a perdere il senso della realtà». In Iran la tv di Stato ha detto che lo scandalo è «un'arma nelle mani dei repubblicani per chiedere l'impeachment», e persino i cavalieri Templari sono scesi in campo: «Clinton ha chiesto perdono, si è umiliato davanti al mondo. Adesso basta, lo si lasci lavorare in pace», ha detto il Gran precettore Rocco Zingaro. In Italia il senatore Andreotti ha ricordato «chi è senza peccato scagli la prima pietra». Furioso invece Cossiga: «Una vergogna, un tentativo di linciaggio politico e morale», ha definito Starr «piccolo uomo» e «guardone di Stato» e ha stigmatizzato «l'irresponsabilità storica» del Congresso Usa. Alessandra Mussolini (An) ha «trovato la cosa antidemocratica: un presidente va giudicato per gli atti pubblici, non per la sua vita privata». Per il verde Paissan «un Paese capace di simili messe in scena non può certo essere il primo in termini di civiltà, diritto e rispetto delle persone». Caustico Lucio Malan (FI), che lodando Clinton ha aggiunto: «Sarebbe interessante vedere un interrogatorio del genere a Predi sulla sua gestione dell'Iri o Blair: «Un buon amico e alleato». Chirac gli rinnova «stima e amicizia». Simone Veil «Stari-è un guardone» II leader del pc russo Ziuganov: disapprovo questo grande show Cossiga: il Congresso Usa è irresponsabile
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