«Bin Laden, il mio erede»

«Bin Laden, il mio erede» «Bin Laden, il mio erede» Dal carcere Carlos lo sciacallo «investe» il nemico dell'America PARIGI. Dalla sua cella nel carcere parigino delia «Sante», dove sconta la condanna a due ergastoli per diverse azioni terroristiche negli Anni Settanta e Ottanta in Francia, Carlos, detto «lo sciacallo», 48 anni, proclama suo erede nella lotta Osama bin Laden, il mi¬ liardario arabo che gli americani ritengono il finanziatore degli attentati anti-Usa. Lo fa con una lettera giunta nella redazione del settimanale internazionale «Jeune Afrique» e pubblicata integralmente. Nella lettera Carlos - consegna- to ai francesi nel 1994 dopo anni di latitanza in Sudan - spiega che «gli attentati di Nairobi e Dar es Salaam sono nella continuità storica dei nostri, cominciati un quarto di secolo contro i sionisti in Africa Orientale». Poi il terrorista spiega che «l'aggressione imperialista» contro il Sudan mira ad «impedire ai sudanesi di rendersi indipendenti dall'estero» e - fra l'altro - a «bloccare lo sviluppo del Sudan». Dopo aver spiegato anche i motivi che, secondo lui, stanno dietro all'«aggressione contro l'Afghanistan» («consolidare il controllo della Cia e dell'Isi, servizi pachistani, sui Taleban»), passa a Bin Laden. L'attacco Usa contro di lui, scrive Carlos, «mira a decapitare la rinascita wahabita che si prepara a spazzare via gli usurpatori del Nejid e dell'Hejaz (la monarchia saudita) e ad utilizzare la manna petrolifera» «per liberare la Palestina». Infine, aggiunge, il «sordido affare Monika (con la "k") è servito come pungolo alla Casa Bianca». Carlos rivendica la sua fedeltà all'Islam. A dicembre, quando il tribunale pronunciò l'ergastolo contro di lui per il triplice omicidio della rue Toullier, il terrorista, pugno alzato, ha gridato «viva la rivoluzione, Allah è grande». [Ansa]

Persone citate: Bin Laden, Osama Bin Laden