Un giudizio planetario per Clinton

Un giudizio planetario per Clinton Ambiguo, battagliero, con qualche scatto d'ira, grande attore: così gli americani hann< Un giudizio planetario per Clinton La sentenza di Wall Street è un 'assoluzione WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Doveva essere la mazzata finale, il video che avrebbe distrutto Bill Clinton, che avrebbe mostrato agli americani il loro presidente al suo peggio - bugiardo, rabbioso, arrogante. E invece gli americani hanno visto il Bill Clinton di sempre: sfuggente, persino un po' magliaro, a tratti battagliero e soprattutto grande attore. Tanto che alla fine la giornata è sembrata volgere a suo favore. Per quattr'ore e una manciata di minuti il mondo intero ha assistito all'incredibile spettacolo del Presidente che rispondeva ad un serrato interrogatorio sui dettagli più intimi del suo rapporto sessuale con Monica Lewinsky. La deposizione diffusa ieri ma data nella Sala delle Mappe alla Casa Bianca il 17 agosto scorso era punteggiata di «non so», «non credo» e «non ricordo». Il Presidente ha avuto anche momenti di stizza, come quando, pressato da uno degli assistenti di Kenneth Starr ad ammettere di aver avuto un rapporto sessuale con la Lewinsky, ha sibilato: «Non risponderò alle sue domande trabocchetto». Ma in generale Clinton ha controllato la situazione molto di più di quanto i pochi che avevano visto il video avevano fatto credere nei giorni scorsi. E la Casa Bianca ha subito colto la palla al balzo: «Ormai è chiaro a tutti che il comportamento del Presidente non è tale da giustificare l'impeachment», ha detto il portavoce Mike McCurry. «La partigianeria dimostrata dalla maggioranza repubblicana nel diffondere i dettagli più salaci di questa vicenda è semplicemente deplorevole». La reazione degli americani alla performance di Clinton avrà un peso decisivo sulla sopravvivenza della sua presidenza. E toccherà al Congresso valutare nelle prossime ore l'umore del Paese prima di decidere se andare avanti con le procedure di impeachment oppure cercare con maggior celerità una soluzione politica che permetta di chiudere questa vicenda. Ma in questa giornata campale, il Presidente non era a Washington - era a New York, alle Nazioni Unite, dove ha ricevuto una vera e propria ovazione da capi di governo e di Stato presenti al Palazzo di vetro per l'apertura dell'Assemblea generale. Più tardi ha raggiunto un'applauditissima Hillary Clinton alla New York University per un seminario con Tony Blair, Romano Prodi e altri leader internazionali. Il Presidente ha anche tratto notevole conforto dalla reazione favorevole dei mercati a Wall Street. La Borsa aveva cominciato in picchiata ieri mattina perché molti temevano un effetto devastante del video. Ma a mano a mano che il filmato veniva diffuso il Dow Jones ha recuperato il terreno pgrso. E alla fine della deposizione del Presidente era addirittura in rialzo. Clinton è parso teso all'inizio della deposizione. Stringeva la mascella, faticava a trovare le parole, beveva spesso. Ma piano piano si è rilassato, ha preso fiducia, è diventato grintoso - quasi fosse certo che un giorno il video sareb- be stato diffuso e che la sua vera audience non era tanto il Gran Giurì ma il pubblico americano. Clinton si è difeso ad oltranza contro l'accusa di spergiuro ripetendo di non aver avuto «relazioni sessuali» con Monica Lewinsky così com'erano state definite nel contesto della sua deposizione nel caso Paula Jones. All'inizio dell'interrogatorio ha letto mia dichiarazione nella quale ha ammesso di aver avuto «un contatto improprio e intimo» con la Lewinsky. Ma ha spiegato che «nel caso Jones dissi di non aver avuto una relazione sessuale, intendendo che non avevamo avuto una relazione sessuale completa». I tre collaboratori di Kenneth Starr (che ha fatto solo un paio di domande alla fine dell'interrogatorio) hanno incalzato il Presidente chiedendogli se aveva avuto rapporti orali con la Lewinsky, se aveva usato un sigaro per stimolare l'ex stagista, se il liquido seminale sul vestito blu era suo - per costringerlo a contraddirsi. Ma Clinton ha ripetuto che non inten¬ deva rispondere, che i procuratori sapevano benissimo in che cosa era consistito il loro «contatto improprio ed intimo» e di chi era il liquido seminale. «Ho ammesso di aver avuto quel contatto e non voglio fornire altri dettagli che rischiano solo di danneggiare i miei rapporti con la mia famiglia e che resteranno per sempre agli atti di questa presidenza». Con uguale vigore, Clinton ha negato di aver abusato del suo ufficio per ostacolare la giustizia. «Non ho mai chiesto a Monica di mentire. E mi spezza il cuore che sia stata coinvolta in tutta questa vicenda. E' una brava ragazza, con un buon cuore. No ho mai cercato di comprare il suo silenzio». Il Presidente ha detto che si diede da fare per trovarle un lavoro a New York quando la loro relazione era già finita «perché volevo aiutarla. Tutto qui». Una parte notevole dell'interrogatorio è stata dedicata ai regali dati a Monica e poi recuperati. E in questo contesto è emersa l'unica «notizia» della giornata: la fa¬ mosa cravatta di Zegna non veniva indossata per mandare messaggi segreti a Monica: «Ci deve essere un errore», ha detto Clinton stupito, e gettando indirettamente una luce un po' ridicola sugli inquisitori. «Quella cravatta non me la diede Monica». Andrea di Robilant La Borsa apre in picchiata ma chiude in lieve rialzo Per il portavoce della Casa Bianca «è chiaro a tutti che non ci sono i presupposti per l'impeachment» «F1 : ■ ' me i Clinton in video su un maxischermo alla Borsa di New York e una foto inedita del Presidente con Monica

Luoghi citati: New York, Washington