Cuba, doppio delitto per una rapina

Cuba, doppio delitto per una rapina Potrebbe essere un giovane pisano Puomo ucciso insieme con l'ingegnere di Bergamo. Spariti bagagli e documenti Cuba, doppio delitto per una rapina Ancora dubbi sull'identità di uno dei due italiani BERGAMO. Forse c'è una rapina all'origine dell'uccisione di due giovani turisti italiani, sbarcati da poche ore all'aeroporto dell'Avana e assassinati a colpi di pistola a Cuba, tra domenica e lunedì della settimana scorsa. Al momento si conosce con certezza solo l'identità di uno di loro, Fabio Usubelli, un neolaureato della provincia di Bergamo che stava festeggiando la fine degli studi con un lungo viaggio in Sud America. La funzionaria dell'ambasciata italiana che sta seguendo il caso, Maria Antonietta Scocchi, ha confermato la sparizione dei bagagli e dei documenti, che non sono ancora stati tutti ritrovati: «Per Cuba ha detto - un duplice delitto è un fatto di una gravità del tutto inusuale: al massimo c'è presenza di miCTocriminaUtà da strada. Ma le indagini sui nostri connazionali sono seguite con la massima attenzione». Il caso è affidato alla sezione omicidi della polizia nazionale rivoluzionaria. Ieri sera l'ambasciatore a Cuba, Giuseppe Moscato ha dichiarato che polizia cubana e Interpol italiana «stanno collaborando strettamente, e al più alto livello», per chiarire la vicenda, e che si tratta di «un episodio assolutamente isolato, che non può mettere in forse la tranquillità dei turisti italiani che visitano l'isola». Usubelli abitava con la famiglia in via Marco Polo a Osio Sotto, avrebbe compiuto 31 anni il 16 ottobre e si era laureato in ingegneria a Milano due mesi fa. Dell'altro ragazzo ucciso per ora si sa solo che potrebbe essere un pisano, e il suo nome registrato all'ufficio immigrazione dell'aeroporto dell'Avana: M. N., 28 anni. L'Interpol sta collaborando con le autorità locali e non si esclude l'apertura di un'inchiesta parallela in Italia, al rientro della salma, quando potrebbe essere disposta dalla magistratura di Bergamo una seconda autopsia. I due corpi sono stati trovati lunedì alle 16, su segnalazione di un passante, in uno spiazzo erboso ai margini della località balneare di Guanabo, a 25-30 chilometri dal l'Avana: non avevano documenti né bagagli e non risultavano ospiti di albergo, per cui l'identificazione è avvenuta con un controllo di tutti gli arrivi e solo nella notte di venerdì si è diffusa la notizia a livello locale. I corpi presentano numerose ferite d'arma da fuoco, due colpi di pistola uno, tre l'altro. I famigliari di Fabio Usubelli riconosciuto con certezza attraverso una carta di credito che nascondeva nei calzoncini da bagno, evidentemente sfuggita ai killer sono stati informati del delitto alle 13 di sabato dalla questura di Bergamo, su iniziativa dell'Interpol. Stando alle notizie fornite dall'ambasciata italiana all'Avana, i due turisti sono sbarcati a Cuba domenica alle 22,15, entrambi con un volo da Santo Domingo, dove è possibile si siano conosciuti, decidendo poi di proseguire insieme il viaggio che era stato iniziato da Usubelli alla metà di agosto. Le ultime notizie provengono dall'ufficio immigrazione deU'ae- roporto dell'Avana, dove c'è stata la registrazione dei passaporti con nomi e date di nascita, ma senza l'indicazione della questura che li aveva rilasciati. Non si sa come i due abbiano raggiunto Guanabo, se con un mezzo pubblico o se abbiano invece chiesto un passaggio. La famiglia di Fabio Usubelli non ha ancora avuto comunicazioni ufficiali da parte delle autorità dell'Avana e non è partita per il paese caraibico. I tentativi di ottenere informazioni sull'aggressione sono state infruttuose, e il sindaco del paese, Massimo Monzani, oggi si metterà in contatto col ministero degli Esteri per avere notizie. Entro domani o martedì, sono attesi, con un volo in arrivo a Malpensa, alcuni effetti personali del giovane che saranno mostrati ai familiari. «Un giovane a modo, rispettoso del prossimo, solidale con i meno fortunati»: così, durante l'omelia nelle messe della domenica, il parroco di Osio Sotto ha ricordato Fabio. Profondamente attaccato al figlio era in particolare il padre Giovanni, un artigiano idraulico, che sperava di venire presto affiancato dal figlio nella sua attività. Negli scorsi anni il giovane aveva brevettato un congegno idraulico che gli era servito come tesi di laurea. Il tempo libero dallo studio lo dedicava al laboratorio del padre. L'unico svago che si concedeva erano i viaggi che preparava meticolosamente: l'ultimo era stato a Vienna, «una vacanza stupenda», raccontano i genitori e i fratelli. Poi, i Caraibi. Un altro viaggio preparato con cura. Santo Domingo e Cuba: Usubelli era partito a Ferragosto, e con una cadenza di 3-4 giorni telefonava a casa per avvertire dei suoi spostamenti e per informarsi sulla famiglia. Alla partenza per Santo Domingo in aeroporto aveva in- contrato un conoscente anch'egli bergamasco con il quale aveva visitato l'isola caraibica. L'amico era rientrato in Italia all'inizio di settembre, mentre Fabio si era diretto a Cuba. L'ultima volta che i congiunti hanno sentito la sua voce è stato otto giorni fa: aveva chiamato sul far della sera e siccome tutti erano fuori aveva lasciato un allegro messaggio di saluto sulla segreteria telefonica, annunciando che avrebbe chiamato nel tardo pomeriggio del mercoledì successivo. Ma i genitori hanno atteso invano la telefonata. Non si sono allarmati per il suo silenzio, pensavano che fosse impegnato in qualche spostamento. Erano certi che avrebbe telefonato. Invece nell'abitazione di Osio Sotto è arrivato un funzionario di polizia, con la comunicazione della morte. [r. cri.] La polizia non esclude però altre ipotesi Erano arrivati sull'isola da Santo Domingo Un'immagine dell'Avana: i due italiani sono stati uccisi a 30 km dalla capitale

Persone citate: Fabio Usubelli, Giuseppe Moscato, Maria Antonietta Scocchi, Monzani