Un cadavere nel sacco dell'immondizia

Un cadavere nel sacco dell'immondizia Un cadavere nel sacco dell'immondizia Giallo a Livorno, donna uccisa con dieci coltellate LIVORNO. Le sono rimasti addosso soltanto un reggiseno maculato, le calze a rete e dieci coltellate. Antonella Cardosi, 37 anni da Cecina, è morta così, il busto chiuso in un sacco di plastica della spazzatura, le braccia strette attorno al petto per un'ultima, disperata difesa. A trovarla, per caso, sono stati i residenti di via Magri, nel popolare rione della Cigna, che cercavano di ripulire quel brutto cortile, sul quale si affaccia una piccola azienda di abbigliamento, con la spazza- tura dovunque. Un sacco ha attirato la loro attenzione, un sacco grigio sporco di sangue. Un sacco che conteneva un corpo esanime e che contiene una storia brutta, squallida, soprattutto triste. Subito è arrivata la polizia, sono arrivati i carabinieri e il medico legale. Ma per poter vedere quel volto compresso nel sacco della spazzatura, da mezzogiorno che era sono dovute passare oltre tre ore. E in tre ore, la storia di Antonella è venuta fuori in tutta la sua tristezza. Antonella è stata colpita all'addome, una delle coltellate ha reciso l'aorta ed è stata fatale. L'assassino ha preso il corpo e l'ha nascosto in due grossi sacchi di plastica, ad uso industriale. L'omicidio non è stato compiuto nello squallido cortile della periferia livornese, visto che lì attorno gli inquirenti non hanno trovato tracce di sangue della vittima. Molto più probabilmente, Antonella è stata uccisa in un'auto, la stessa che avrebbe portato il corpo fin lì. E questo coincide con la testimonianza di una donna che abita a pochi metri dal cortile della fabbrica di abbigliamento. La donna ha raccontato alla polizia che durante la notte ha sentito arrivare un'auto in velocità. C'è stata poi una frenata, un silenzio di alcuni minuti e la mac¬ china è ripartita sgommando. | Antonella adesso è sul tavolo di marmo della sala autopti- j ca del cimitero dei Lupi. Il medico legale ha appena finito la | ricognizione esterna del cadavere e oggi eseguirà l'autopsia. Ma per arrivare all'assassino, gli uomini della squadra mobile della questura di Livorno lavorano sulla storia di Antonella che era tossicodipendente. La mattina prendeva il treno a Cecina dicendo ai suoi genitori che andava a fare assistenza agli anziani. E invece si prostituiva da anni in periferia a Livorno, vicino alla stazione, oltre la ferrovia. Sua figlia era troppo piccola, non poteva e non doveva capire, e per questo era stata affidata ad un'altra famiglia. La polizia ha già sentito al¬ cune persone in questura, ne ha interrogata una. Non si esclude che la notte porti alla soluzione: la strada è già imboccata. Antonella non è morta per una rapina, perché aveva ancora addosso gioielli e orologio e il corpo non reca se- j gni di colluttazione. E non è morta neanche per una questione di racket. La polizia scientifica che ha effettuato i rilievi non ha trovato nei paraggi né gli abiti della donna né le sue scarpe. Antonella forse è morta per vendetta. Tutta la verità, e il coraggio di raccontarla, lo si troverà soltanto quando la polizia avrà arrestato il suo assassino. In questura si dice che è questione di ore. Chiara Carenini Diceva ai genitori che assisteva gli anziani: in realtà si prostituiva vicino alla stazione La polizia sul luogo dov'è stato ritrovato il sacco con il corpo di Antonella Cardosi

Persone citate: Antonella Cardosi, Chiara Carenini, Cigna, Lupi

Luoghi citati: Cecina, Livorno