Un primario
Un primario Un primario «Per coerenza sto in corsia» ■ROMA L professor Massimo Martelli è considerato, in Italia, il numero mio della chirurgia toracica. Con la sua équipe esegue circa 1200 interventi l'anno nell'Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanim di Roma contro le 150 operazioni che, in media, vengono eseguite nelle altre strutture. E ha scelto l'«intramoenia»: lavora soltanto all'interno del «suo» Forlanini, dove è primario dal 1989, dopo gli anni passati nella clinica universitaria del Policlinico. Professor Martelli, molti suoi colleghi hanno preferito l'«èxtramoenia». Si sente tuia mosca bianca? «No. Credo che gli altri non abbiano capito o non vogliano capue. Ho fatto mia scelta coerente con le mie idee. Badi bene, non idee politiche, perché i politici e la politica non mi piacciono. La mia convinzione è che non si può lavorare per un'azienda e, al tempo stesso, lavorare contro saltando da una clinica all'altra». Ma non ci perde dei soldi? «Se ci limetto, ci rimetto poco. E ci guadagno in salute e anche in commercialista. Tutto viene pagato all'ospedale che poi mi versa la mia quota nello stipendio, al netto delle tasse». Molti suoi colléghi, per», sostengono che lo stipendio di primario è basso... «E' vero Ma la logica che comincia a passare con la creazione delle Aziende sanitarie va nella direzione di contratti diversificati. Prèndiamo il mio caso. Il direttore generale, Claudio Clini, mi ha nominato capo dipartimento e mi ha proposto un contratto da 376 milioni lordi l'anno. Un contratto che ho rifiutato, mantenendo quello da primario che è di circa la metà. Ma ho detto a Clini: io ti porto in attivo la sezione e poi ne riparliamo. La mia divisione ha fatturato nei primi sei mesi un miliardo al mese. Alla fine dell'anno saranno 12 miliardi: dieci sono di spese, due li metterà in attivo l'Azienda ospedaliera. E questo significa che anche la sanità pubblica può essere un affare». Al San Camillo-Forlanini ci sono già le strutture destinate all'attività libero-professionali? «Ci sono in parte. Ma quello che conta è che ci sono i piani e la volontà di realizzarle appieno. C'è anche il progetto di restaurare il vecchio padiglione di Ortopedia con i soldi dei privati. Sarebbe il primo esempio a Roma di società mista pubblico-privato. Anch* questo lo consentono le nuove leggi. Intanto l'Azienda ha preso l£ stanze e una sala operatoria jm upa clinica privata. E' un esperiménto per i clienti a pagamento che vogliono uno standard alberghiero superiore. Da noi, per adesso, le stanze sono a quattro letti e senza il bagno. Ma le cose stanno cambiando», {e. s.l
Persone citate: Claudio Clini, Clini, Massimo Martelli
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