Marcia contro il parroco
Marcia contro il parroco Marcia contro il parroco Potenza: tafferugli in chiesa con i fedeli del sacerdote POTENZA. Mezzo paese (sindaco compreso) in «marcia» sulla chiesa per chiedere l'allontanamento del parroco; l'altra metà nel tempio ad ascoltare la messa concelebrata dal sacerdote; «faccia a faccia» tra i due schieramenti al termine del rito; ed, infino, tafferugli in chiesa tra alcuni «fedelissimi» del prete da una parte, giornalisti, fotografi ed operatori televisivi dall'altra. E' trascorsa così, in un'atmosfera quasi irreale (che ha riproposto scene da «Peppone e don Camillo») la domenica mattina a Ruoti, paese di circa quattromila persone, in provincia di Potenza, da qualche tempo «spaccato» sul suo parroco, don Antonio Arenella, da 30 anni pastore delle anime motosi. Mezzo paese lo accusa di aver accumulato troppi tesori terreni, di aver amministrato i sacramenti con troppa discrezionalità e addirittura di aver incendiato la chiesa per lucrare sulla ricostruzione. L'altra metà difende il prete e spiega l'animosità nei suoi riguardi con una motivazione tutta politica: anni fa la famiglia Salinardi, tra le più note e potenti del paese, perse la gestione del Comune ed addebitò la sconfitta alle indicazioni di voto date dal parroco; ora, riconquistati municipio e poltrona di sindaco, sarebbero proprio i Salinardi a fomentare la protesta per far pagare al sacerdote l'antico tradimento. I fratoni Salinardi - dal sindaco in carica Giuseppe (ormai «Peppone» per i fedelissimi di don Antonio) ad alcuni ex sin- daci suoi fratelli - giurano che non è così. Però il sindaco e altri Salinardi erano ioritra le persone che hanno «marciato» sulla chiesa. Il raduno, organizzato da un apposito comitato, è avvenuto nella parte bassa del paese. Como il 30 agosto scorso, quando vi fu la prima manifestazione pubblica di protosta. E ieri ecco il secondo atto: trattori ed escavatori hanno aperto il corteo, formato da circa 800 persone, che ha marciato rumorosamente verso la chiesa. Al sacerdote ne sono state dette, pubblicamente, di tutti i colori. «Andate in pace, benedetti da Dio», ha detto il sacerdote, mentre nel tempio giungeva l'urlo offensivo dei suoi avversari: «Pa-pe-ro-ne, Pa-pc-ro-ne», accompagnato dall'invito ad andar via da Ruoti. Tutte calunnie, replica da giorni don I Antonio, che ieri ha affidato ad una hmga dichiarazione scritta la sua difesa, punto por punto. «Tutto quello che ho sono i risparmi della mia vita lavorativa come insegnante di religione nello scuola, e nessuno mi può accusare di aver fatto mancare qualcosa alla Casa del Signore». Don Antonio ora ancora con i paramenti quando ha subito l'ultimo l'assalto, quello dei giornalisti. «Rispettate la mia privacy», ha detto il sacerdote, che poi si è rivolto ad un cronista e gli ha detto: «Lei è un prezzolato». Il giornalista ha risposto per le rime. Nel frattempo in l'ondo alla chiesa la situazione è degenerata: vi sono stati spintoni, qualche pugno, ceffoni e molti insulti. [e. soa.l Un'immagine del corteo di protesta sfilato ieri a Ruoti, piccolo centro della Basilicata «MS
Persone citate: Antonio Arenella
Luoghi citati: Basilicata, Como, Potenza, Ruoti
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