Wojtyla, un manifesto sulla famiglia

Wojtyla, un manifesto sulla famiglia Da Brescia Giovanni Paolo II ha ribadito con severità tutti i no della Chiesa su matrimonio e sessualità Wojtyla, un manifesto sulla famiglia «Dal divorzio alla pillola: rispettate la dottrina» BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO Eccolo, il beato perfetto per l'Italia di fine secolo, secondo il cuore e la mente di Papa Wojtyla. Giuseppe Tovini, avvocato bresciano nell'epoca dell'anticlericalismo più fervente, padre di dieci figli e di numerose iniziative editoriali e bancarie offre a Giovanni Paolo II l'occasione per ribadire con una severità e una completezza da tempo non più udita tutti i «no» della Chiesa in tema di matrimonio e sessualità. C'è posto anche per il problema dei finanziamenti pubblici alla scuola privata, nel quadro dipinto da Papa Wojtyla nella sua domenica bresciana; ma solo come un accenno, rinviato - per mancanza di spazio - a un altro momento. Che certamente giungerà presto. Il Papa ha beatificato Giuseppe Tovini ieri mattina allo stadio Rigamonti, in una delle scenografie più ardite e interessanti mai realizzata in vent'anni di pontificato. Lo scenografo Enrico Job ha regalato alla diocesi il progetto di un crocifisso ricurvo alto trentasei metri. L'asta nasce da una foresta di lamiere arricciate come lingue di fiamma, il Cristo incombe sullo stadio, in posizione orizzontale, solo i chiodi gli impediscono di piombare sul prato. Giovanni Paolo II ha stabilito un legame preciso fra il beato Tovini e Paolo VI. Il primo ha «esemplarmente vissuto» ciò che il secondo ha «autorevolmente illustrato». L'omelia del mattino ha andamento narrativo; l'attesa di tutti è concentrata sul discorso che il Papa terrà nel pomeriggio ai rappresentanti della pastorale familiare e scolastica. Il Papa appare stanco, e sofferente; è evidentemente in uno dei momenti di «bassa» di uno stato di salute altalenante. Taglia ampi brani di discorso, per risparmiare tempo. Ma il suo intervento ha comunque l'aspetto di un vero e proprio «manifesto» sulla famiglia, affinché i cattolici italiani lo applichino «nelle coscienze, nella cultura, nella stessa legislazione». «La famiglia nel quadro di un rapido cambiamento del costume e di un diffuso relativismo etico è fatta oggetto di spinte eversive che ne minano i fondamenti stessi»; e la Chiesa ha il «dovere» di richiamare i capisaldi della dottrina, «non con la pretesa di imporre una sua disciplina», ma per riproporre alle coscienze «una verità». Il primo punto è il divorzio. Gesù reagì «al permissivismo che si era affermato nella stessa legge mosaica», per ribadire: «l'uomo non separi ciò che Dio ha congiunto». Aggiunge Wojtyla: «un uomo e una donna si legano pubblicamente e per sempre, in ordine al lo- «non può ridursi a una scelta "a tempo" lasciata in balia delle circostanze o peggio ancora degli umori». E' qualcosa che «investe l'intera esistenza degli sposi, rispettandone ed integrandone la specifica mascolinità e femminilità». Una definizione che esclude , ovviamente, le «unioni di fatto», e tanto meno quelle fra persone dello stesso sesso. Paolo VI vuol dire «Humanae Vitae», l'enciclica di 30 anni fa che condannava la pillola e ogni altro sistema artificiale per non avere figli. Si dice che Wojtyla cardinale abbia inviato una «memoria» a Papa Montini, per spingerlo a rifiutare il parere della commissione di esperti cattolici creata per stu- diare il problema, e che aveva dato via libera alla pillola. Ieri lo ha difeso: «mirava non a proibire qualche cosa, ma od esaltare la missione sublime che fa degli sposi i collaboratori di Dio». I genitori devono esercitare un senso di responsabilità «che consente e potrebbe talvolta imporre di distanziare le nascite». Ma questo «non legittima la separazione artificiale del significato unitivo da quello procreativo. Il dominio dell'uomo sul proprio corpo e in particolare sulle facoltà generative in quanto tali non è illimitato». Giovanni Paolo II esorta i cattolici a seguire quello che è forse uno dei campi di dottrina più disattesi. «Questo insegnamento attende validi araldi che ne sappiano proporre tutta la ricchezza antropologica agli uomini e alle donne di oggi», ha detto. E i vescovi parlino: «i Pastori non temano di seguire l'esempio fulgido di Paolo VI, imitando il suo coraggio nell'andare contro corrente». Sul problema della scuola non ha detto molto; ma ne ha già parlato il card. Sodano a Prodi martedì scorso, e probabilmente ne parlerà oggi il card. Ruini parlando al Consiglio Permanente della Cei. E c'è tempo di affrontare l'argomento in attesa della visita papale al Quirinale, a metà ottobre. Marco Tosatti C'è stato spazio nell'intervento del Santo Padre anche per il tema dei finanziamenti pubblici alla scuola privata Il Papa ha beatificato l'avvocato Tovini che «come Paolo VI si è battuto per la verità e la civiltà dell'amore» f ro reciproco completamento e ad un responsabile servizio alla vita». Il matrimonio è definitivo e, parola del Vangelo, «è certo molto esigente», ma l'amore A destra: il Papa abbraccia l'arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini durante la funzione Al centro: l'ardita scenografia realizzata da Enrico Job per la visita di Giovanni Paolo II a Brescia

Luoghi citati: Brescia, Italia