Omelia sull'uso distorto del denaro
Omelia sull'uso distorto del denaro Cardinale Giordano Omelia sull'uso distorto del denaro NAPOLI. Nessuna contestazione, questa volta. Ma nel Duomo dove ieri il cardinale Michele Giordano è tornato a pai-lare ai fedeli durante la messa serale, le sacre letture hanno offerto un insidioso argomento di riflessione. Il passo del profeta Amos, quello di Timoteo e la pagina del Vangelo secondo Luca, parlano dell'uso distorto delle ricchezze, della «cupidigia del danaro» come «radice di tutti i mali». Per l'arcivescovo di Napoli, sospettato dai magistrati di Lagonegro di complicità ne) giro di usura che ha portato in carcere il fratello, questi temi sono divenuti lo spunto di un'omelia centrata sull'ingiustizia sociale, lo sfruttamento dei poveri «Il danaro serve - ha ammonito il presule dal pulpito - se lo si là circolare e fruttificare con realismo e se lo si investe in modo che i più bisognosi ne possa usufruire». Le critiche gridato al termine della cerimonia culminata sabato nel miracolo di San Gennaro forse non sono state dimenticate. Ma ieri il cardinale, venuto a celebrare la messa delle 18,30, non ha scelto i mezzi toni né ha arretrato davanti allo spinoso tema. Anzi, ha voluto dimostrare di non avere imbarazzi nell'affrontare l'argomento. Per il presule, le pagine del profeta Amos «sembrano scritte adesso» tanto da essere paragonabili alla prosa di SiIone in «Fontamara». «Le ingiustizie - ha sottolineato Giordano - sono sempre le stesse da secoli. Con una differenza: quelle di oggi sono macroscopiche e Dio si identifica con i poveri oppressi». L'ingiustizia diventa ancor più marcata quando riguarda «i rapporti tra complessi sociali». «Lo nazioni più ricche - ricorda l'arcivescovo di Napoli - tengono sposso hi stato di subordinazione le più povere. E questo è il segreto di quelli che poi vengono chiamati miracoli economici». Il credente, invece, «si serve del danaro ma non se ne fa asservirò». «Sa ribadisce monsignor Giordano - che esso è un cattivo padrone da trasformare in un buon seivitore». Il cardinale torna a puntare il dito contro le ingiustizie: «Quando sento che ci sono stipendi di 10, 20, 30 milioni al mese c pensioni anche da 50 milioni al mese a fronte di pensioni sociali di appena 500 mila lire, mi chiedo: ma allora i soldi ci sono o non ci sono?». Parole che inevitabilmente richiamano la bid'era giudiziaria che ha investito la Chiesa napoletana. Il cardinale da oggi riprende i suoi impegni in Vaticano. Per quasi tutta la settimana che si apre parteciperà al consiglio permanente della Cei che segna il suo primo ritorno a Roma alla Conferenza Episcopale dopo il coinvolgimento nell'inchiesta lucana, [m. e]
Persone citate: Giordano Omelia, Michele Giordano
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