Una pista per mister 18 miliardi
Una pista per mister 18 miliardi Roma: caccia al superfortunato, lui ha telefonato alla ricevitoria: «Vi ringrazio» Una pista per mister 18 miliardi Un ristoratore: ha voluto una cassa di spumante ROMA. Certo poteva comprare il «Veuve Cliquot», magari carta oro. Ma alle 22,30 di sera era un po' difficile trovare uno champagne raffinato. E così si è accontentato di ritirare bottiglie di spumante: «Ferrari» e «Asti Cinzano». Corporatura robusta, 1,75 d'altezza, circa 40 anni. E' questo il probabile identikit del vincitore di 17 miliardi e 850 milioni di lire. L'uomo, la scorsa notte, è entrato nel ristorante situato accanto alla recivitoria fortunata. Vestito «normale» (giacchetta e camicia blu), si è avvicinato al banco: «Scusi signora, il migliore spumante che avete». Sorriso sulle labbra ma anche ansia, trepidazione. Poi con passi veloci si è dileguato, non prima di rivolgere uno sguardo attento alla tabaccheria festante. Anche un cameriere ha notato «quell'uomo di quarant'anni che si muoveva in modo strano». E ieri la tabaccheria ha avuto un sussulto. Alle 11, mentre le telecamere indagavano tra gadget e profumi, è arrivata una telefonata: «Vi ringrazio tanto». Tre parole, poi il clic e la figlia del proprietario diventa pallida: «Era la voce di un uomo agitato, poteva avere una quarantina d'anni». In seguito arriva anche un mazzo di fiori. Altro indizio. Enzo, il titolare del ristorante, è convinto che si tratti della stessa persona: «Era lui. E' la prima volta che mi capita di vendere una cassa di Ferrari. Quelle bottiglie erano lì per caso. Ed è stato un operaio a comprarle, uno ricco le avrebbe avute in casa». Già, un operaio. Anche il sogno di Lorenzino Paoletti, 54 anni, una tabaccheria da trenta, è che «questi diciotto miliardi li abbia intascati un operaio, magari della zona». E gli abitanti di Montespaccato ci credono: «Ha vinto uno di noi». Ieri un intero quartiere si è raccolto nella piazza di Re Ina. Gente semplice, imbarazzata nel trovarsi sotto i riflettori. Ma l'«eroe», Lorenzino, si muove come se fosse una celebrità. Si aggiusta i capelli e sospira: «Oggi il negozio doveva rimanere chiuso, ma è troppo bello essere qui». Poi si traveste da Sherlock Holmes: «Io sto lavorando con il cervello, voglio sapere chi è il vincitore». E scrutando tra gli avventori del locale si avvia verso l'antistante stazione dei carabinieri: «Maresciallo, lei non è che sa qualcosa...». Domande, dubbi, vere e proprie indagini. Sguardi incrociati, ma per adesso tutti hanno un «alibi» di ferro. In realtà, per i 70 mila di Montespaccato essere finalmente «ricordati» equivale ad una supervincita. Il quartiere, cresciuto abusivamente, è solo in parte occupato da lussose ville residenziali. Nella zona ai confini con Primavalle lo sguardo vola basso sulle piccole case popolari, minimo due piani. E così tra urla di gioie si odono anche storie disperate. Maria, 35 anni: «Io ho giocato più di cinquanta schedine. Sono di¬ soccupata, avrei voluto comprarmi una casa». Storie di una borgata tranquilla ma «difficile», che compatta si ritrova davanti ai festoni della tabaccheria. Se la matrice della schedina è in cassaforte (così giura Lorenzino), a «svegliare» Paolo, 28 anni, unico disinformato dell'accaduto, è un grande tabellone che colora l'uscio della porta: in alto i numeri vincenti, in basso un ferro di cavallo, un conio, qualche quadrifoglio portafortuna e una cascata di dollari. E poi un unico messaggio: Auguri al fortunato. «Oggi è impossibile sapere chi è il supermiliardario - afferma Massimo, titolare di un'alimentari alla sinistra della tabaccheria - ma domani, quando riapriranno tutti questi negozi...». Franco del Bar Samy, invece, preferisce non chiedersi chi giovedì, con una schedina da 1600 lire, «è tornato a casa contento e ora si ritrova nei guai». E non se lo chiedono i vecchietti che incuranti dei fotografi e della tv continuano a giocare a carte. E neanche nonna Rita, 83 anni: «Nella mia vita io ho sempre lavorato. A me il denaro facile non piace». Pure la seconda figlia di Lorenzino, Simona, 26 anni, è categorica: «Per me il vincitore è uno sfortunato. Quei miliardi gli rovineranno l'esistenza». Il dibattito nel paese dei balocchi (a via Battistini, pochi chilometri da qui, il Superenalotto aveva regalato tredici miliardi) si rianima. «So io cosa ci farei con quei soldi» commenta Paola, 16 anni, sognando scarpe e giubbotto nuovo. Nella domenica del villaggio per la prima volta l'argomento non è Roma o Lazio. E mentre alle 14 le prime macchine cominciano a lasciare la piazzetta, il rito si ripete: «Signor Paoletti, chi è mister Fortuna?». Il borgo «tifa» sempre per l'operaio. Ma qualcuno ribatte: «Il vincitore è uno che ha già vinto la settimana scorsa e riscuotendo ha rigiocato di nuovo». Anche nonna Rita fa notare: «Non è un cliente abituale. Altrimenti non avrebbe giocato una schedina da 1600 lire». Speranze deluse? E quell'«operaio» che ha comprato quelle bottiglie di spumante? Alla fine anche Luca, un bambino di 5 anni, capisce: «Quanti soldi». E dopo poco esce ridendo con due schedine per mercoledì prossimo. Giovanni Lamberti
Persone citate: Giovanni Lamberti, Lorenzino Paoletti, Paoletti, Sherlock Holmes
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