Un'altra Tigre in ginocchio

Un'altra Tigre in ginocchio Un'altra Tigre in ginocchio 77 colpo di coda dell'uomo forte Mahathir CRISI DEL PACIFICO Lm INIZIO della fine per ™ Anwar Ibrahim era stato l'anno scorso nel pieno della crisi asiatica. Come ministro delle Finanze e erede designato aveva osato temperare, non opporvisi apertamente, le affermazioni dell'onnipotente primo ministro e suo protettore Mahathir Mohamad, secondo il quale l'abisso finanziario ed economico in cui stava precipitando la Malaysia era dovuto agli stranieri, in primo luogo alla consorteria ebraica internazionale capeggiata da George Soros. Avido di investimenti occidentali per lo sviluppo del suo Paese, ma anche bramoso di simpatie negli ambienti islamici internazionali, Mahathir aveva trovato presto il capro espiatorio nel fantasma del vecchio colonialismo travestito da globalizzazione che pur gli aveva dato il successo. Un rigurgito di polveroso anticolonialismo da cui Anwar si era differenziato, esaltando l'apporto straniero allo sviluppo malese: gli osservatori più attenti avevano colto nella diversità di analisi non solo il differente approccio al rapporto col resto del mondo di un Paese di complessa e fragile identità nazionale, ma le avvisaglie di una lotta interna di potere diventata poi ogni giorno più spietata. Mahathir Mohamad, 72 anni, da 17 anni primo ministro e capo del partito Organizzazione dell'unità nazionale malese, è il vero monarca della Mala- ysia, Paese in cui i dodici sultani svolgono a rotazione il ruolo di re senza corona e senza scettro. Ha presieduto allo sviluppo del Paese in un periodo storico in cui la Malaysia, come tutto il Sud-Est asiatico, ha goduto di una crescita economica senza pari, nel cui ambito egli ha inseguito primati spettacolari. Lo Stretto di Malacca è più che mai mare di conquista, con irrefrenabili scorribande di attrezzati e moderni pirati della Malesia all'assalto di opulento naviglio dal ricco carico, ma lui si è concentrato sul primato dei grattacieli più alti del mondo, due torri di 450 metri a Kuala Lumpur, la capitale. Davanti alla crisi finanziaria scoppiata l'anno scorso, che ha comportato una svalutazione della moneta nazionale, il ringit, di circa il 40% e dimezzato anche in valori interni la Borsa di Kuala Lumpur fino ad allora in spettacolare ascesa, si sono palesati con Mahathir i rigurgiti neo-anticolonialisti verso l'Occidente fino ad allora apportatore di capitali e quelli et- nici contro la componente cinese della popolazione malese, minoranza in termini numerici ma ben più influente in termini economici. Il primo ministro da 17 anni in carica, uso a governare senza vera opposizione quale capo di un partito al potere da quasi mezzo secolo, unendo nell'esercizio del potere durezza musulmana e confuciana sotto un manto di superficiale occidentalizzazione anglofona, non ha tollerato oppositori interni. Anwar, oggi 52 anni, era il suo prediletto, da più di dieci anni lo aveva battezzato come suo successore, e se lo è trovato di colpo su posizioni avverse nel momento di maggior crisi del Paese. Il vecchio interprete e rappresentante di una Malaysia in bilico tra moschee e campi di golf, ayatollah e manager, si è trovato davanti, in Anwar, una Malaysia che cerca di coniugare Corano e computer. Lo scontro, emerso l'anno scorso, si è approfondito sfociando agli inizi di questo mese nella cacciata di Anwar da cariche di governo e di partito, alla quale sono seguite, cosa mai avvenuta in Malaysia, manifestazioni a favore del perdente, mentre Mahathir assumeva, in aggiunta a quella di primo ministro, le cariche di ministro delle Finanze e di ministro degli Interni. Il dramma politico è precipitato in un quadro che, quando era stato concepito quattro anni l'a, avrebbe dovuto segnare il trionfo di Mahathir, e cioè i Giochi Olimpici del Commonwealth, apertisi nei giorni scorsi, e per i quali è in Mala¬ ysia in visita ufficiale la Regina Elisabetta, che dovrebbe presiedere oggi alla cerimonia di chiusura. Il ministro degli Estori Cook, che la accompagna, prolunga il suo soggiorno per questo imbarazzante caso di opposizione imbavagliata. Nell'accelerazione dello scontro, Mahathir ha portato alle estreme conseguenze la rivalsa e la vendetta contro il successore da cui si è sentito tradito, travestendo lo scontro politico con disonorevoli accuse personali. Padre di sei figli, sposato con una dottoressa, Anwar è stato accusato di mille nefandezze: sodomia, corruzione, abusi di ufficio. Per settimane casa sua è stata meta di manifestazioni di solidarietà, ma davanti a un tribunale, sabato, il suo fratellastro e l'estensore dei suoi discorsi hanno dichiarato di essere stati da lui sodomizzati. Il rapporto omosessuale tra adulti consenzienti è reato in Malesia, ma in più i due hanno detto di aver dovuto soggiacere alle sue voglie. Ieri il suo arresto dopo una grande manifestazione. Se tutto ciò - corruzione e omosessualità - fosse vero, è spontaneo chiedersi come mai Mahathir, che da circa 16 anni cresceva Anwar quale suo successore, non abbia mai saputo nulla, in un sistema in cui tutti sanno tutto di tutti. Ma anche un sistema in cui l'infamia resta la più forte arma per distruggere un avversario. Fernando Mazzetti Diverse concezioni del rapporto tra sviluppo e Corano alla base dello scontro L'autocrate rifiuta responsabilità per la bancarotta e le scarica sull'Occidente yEs A sinistra Anwar Ibrahim e nella foto a destra poliziotti in tenuta antisommossa in una via di Kuala Lumpur [roTo reuter apj

Luoghi citati: Kuala Lumpur, Malesia