Un po' di pace con Prodi e Blair di Fabio Martini

Un po' di pace con Prodi e Blair Un po' di pace con Prodi e Blair Convegno sulla Terza Via a New York NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Chissà, in cuor suo, Romano Prodi avrebbe forse preferito confermare l'incontro con il vescovo di Guastalla. Ma giovedì notte, dalla Casa Bianca, ha chiamato Clinton: «Perché non ci incontriamo a New York domenica sera?». AH'«amico Bill» era difficile dir di no: Prodi ha anticipato di 24 ore la sua partenza e così finirà per essere, tra tutti i capi di governo, il più «esposto» a fianco di Clinton in questi due giorni bollenti. Ieri sera - era notte fonda in Italia - Clinton e Prodi si sono incontrati in una suite del Waldorf Astoria e questo pomeriggio i due parteciperanno (assieme a Tony Blair) al chiacchieratissimo convegno sulla «Terza via», organizzato dalla New York University. Immaginato cinque mesi fa come atto fondativo di un futur bile Forum progressista, l'incontro non poteva capitare in un giorno peggiore: il «lunedì nero» di William Jefferson blythe Clinton. Il presidente americano parlerà alla New York University alle cinque della sera, quando negli Stati Uniti non si parlerà che del video-interrogatorio, trasmesso alle 9 del mattino dalla tv. Nei saloni dell'University, a fianco di Clinton saranno chiamati a sorridere, a far finta di nulla e a parlare di globalizzazione anche i suoi amici Tony Blair, Romano Prodi, il primo ministro svedese Goran Persson, quello bulgaro Petar Stoyanov, il vicepresidente italiano Walter Veltroni. Non ci sarà il presidente brasiliano Cardoso impegnato nella campagna elettorale, ma soprattutto non ci sarà il primo ministro francese Lionel Jospin, anche se con un pizzico di malizia il responsabile Esteri del Psf Pierre Guidoni fa sapere: «Se avesse voluto, Jospin sarebbe stato invitato...». L'incontro di oggi, in realtà, è il frutto di un intenso lavorio svolto prima dell'estate dagli entourage di Clinton, Blair e Prodi, quando il sexgate non aveva ancora affogato il presidente americano. Ruolo pul¬ sante lo aveva svolto Hillary Clinton e di questo si era reso conto quattro mesi fa lo stesso Prodi, che nell'ultimo incontro ufficiale alla Casa Bianca con Clinton, sul più bello aveva visto spuntare Hillary. Con lei (e senza Bill) Prodi aveva chiacchierato a lungo del progetto di far lievitare attorno all'asse laboristi-democratici, un forum progressista in grado di affiancarsi all'Internazionale socialista e, chissà, un domani persino inglobarla. Anche se i Clinton non lo avevano spiegato esplicitamente, era chiaro che quel progetto serviva anche a garantire a Clinton un futuro politico da leader del progressismo internazionale, ma anche a lanciare in politica sua moglie. E infatti Hillary sarà la «madrina» del convegno di oggi, la coordinatrice dei dibattiti che ruoterano attorno al tema «Il rafforzamento della democrazia nella economia globale». E Prodi? Farsi vedere a fianco dei leader del mondo è sempre un buon effetto-immagine, ma le polemiche che hanno accompagnato l'«Ulivo mondiale», lo hanno indotto, alla festa dell'Unità di Bologna, a focalizzare meglio l'obiettivo del convegno di oggi: «Serve un governo mondiale. Chiamatelo centro-sinistra mondiale o come volete. Serve una rete tra tutti i governi che si richiamano al centro-sinistra». Anche se poi ha aggiunto: «Più o meno al centro-sinistra», un'incertezza rivelatrice dell'indeterminatezza del processo che si aprirà con il convegno di oggi. Del progetto avranno parlato Clinton e Prodi anche nel loro vis-à-vis di ieri notte, anche se fonti della Casa Bianca assicuravano che nella chiacchierata si sarebbe parlato soltanto «di Albania e di Kossovo». Fabio Martini Il presidente del Consiglio Romano Prodi insieme con il premier britannico Tony Blair

Luoghi citati: Albania, Bologna, Guastalla, Italia, New York, Stati Uniti