Non di solo sesso vivrà l'Onu di Aldo Rizzo

Non di solo sesso vivrà l'Onu OSSERVATORI® Non di solo sesso vivrà l'Onu L discorso di Bill CHnton, alle 10 americane, le 16 in Italia, è il fatto saliente del giorno inaugurale della 53a Assemblea Generale dell'Onu. Purtroppo, come ormai tutti sappiamo, sarà solo un'ora dopo l'inizio della diffusione del «video» del 17 agosto, con la deposizione-choc del Presidente davanti al gran giurì. Le disavventure private di Clinton (che, certo, lui stesso ha contribuito a rendere pubbliche e «politiche») avranno inevitabilmente la meglio sull'analisi dei gravi problemi mondiali. E' tuttavia sperabile che un po' di attenzione resti anche per lo stato del mondo, di cui deve occuparsi la nuova sessione dell'Onu. I problemi vanno dal terrorismo internazionale, dopo i sanguinosi attentati antiamericani in Kenya e Tanzania e la rude replica dei missili Usa, allo stallo del processo di pace in Medio Oriente, dalla minaccia di guerra tra Iran e Afghanistan al ritorno degli esperimenti nucleari in Asia (India e Pakistan), dalla crisi nei Balcani a quella della Russia e allo scombussolamento dei mercati finanziari, che ora investe anche l'America Latina. Insomma è il panorama di un mondo che sembra aver perso, appunto, la bussola, e che per questo vorrebbe indicazioni di marcia, o almeno suggerimenti utili, da quella che resta la sua massima potenza. Fra tanti pericoli, un'occasione di dialogo, a saperla cogliere, è rappresentata dal viaggio a New York del presidente Khatami, la voce moderata di un Paese contraddittorio e ciuciale co me l'Iran. Ma, al di là dei singoli prò blemi, pur tanto gravi, in que sta nuova sessione l'Onu dovrà riflettere più di quanto abbia fatto in passato su se stessa, cioè sulla sua validità come «macchina mondiale», come suprema organizzazione politica del genere umano. Che cosa sarà (che cosa vorrà o potrà essere) l'Onu del Duerni la? C'è anche qui un problema specifico, che si trascina ini solto da ormai vario tempo, ed è la riforma del Consiglio di Si curezza. Si tratta di adeguarlo ai tempi nuovi, modificando la struttura decisa dai vincitori della seconda guerra mondia le, ma senza privilegiare alcu ni e penalizzare altri. L'Italia si batte da anni per non essere tra questi ultimi e finora è riuscita a impedire una riforma frettolosa e ingiusta. La 53a Assemblea dovrà provarsi a uscire dallo stallo. Naturalmente lo status quo è meglio di una cattiva riforma, ma l'Onu trarrebbe nuovo slancio da una soluzione che desse maggiore rappresentatività e trasparenza al suo massimo organo decisionale. Su un piano più generale, si pone il problema di cosa devono essere le Nazioni Unite nel nuovo secolo, in un mondo che non ha più le certezze, anche negative, del bipolarismo ideologico e strategico, finito con la guerra fredda, ma non ha più neppure le regole di una superpotenza solitaria. Troppe nuove incognite, politico-militari e politico-economiche, in un mondo che tende piuttosto a essere multipolare, ma confusamente. Ovviamente l'Onu non potrà mai essere molto di più di uno specchio dei rapporti di forza tra gli Stati, e tuttavia nell'epoca della globalizzazione (dei benefici e dei rischi) gli Stati potrebbero capire che al di là dei loro interessi soggettivi e diretti esistono ormai interessi congiunti o collettivi, che hanno per posta la sopravvivenza di un sistema-Terra. Di questi interessi superiori (contro l'anarchia nucleare, i disastri ambientali, le microconflittualità etnico-religiose, che possono innescare crisi più gravi, e così via) l'Onu potrebbe diventare un efficace strumento. Ma chissà. Occorrerebbe che l'Occidente, che resta il gruppo più omogeneo e anche il più potente, prendesse la guida di questa nuova corsa della Storia, non si sa verso dove. Ma l'Europa non ne sembra molto consapevole, e l'America per il momento è presa dalle vicende sessual-giudiziarie di un Presidente per altri versi meritevole. Speriamo bene. Aldo Rizzo oo^j

Persone citate: Bill Chnton, Clinton, Khatami