Il messaggio politico? Meglio nel video-choc

Il messaggio politico? Meglio nel video-choc IL PALAZZO Il messaggio politico? Meglio nel video-choc più fantastico, più immediato, più economico, più efficace, più emozionante e persuasivo di un video? Un video-choc, possibilmente, altrimenti intercettato, comunque amatoriale. Sintomatica la scelta dei radicali, da sempre straordinari compilatori di libri bianchi, che con la solita audacia preveggente e sperimentale, in quattro e quattr'otto hanno piazzato sul sito di Internet [www.radioradicale.it) il terribile video dell'Alletto torchiata dai pm del caso Marta Russo. Nessun commento, nessuna denuncia, come ai vecchi tempi. Giusto un'indicazione del materiale «esclusivo» e «integrale» messo in rete, e qualche consiglio tecnico per rendere possibile la visione di quei mirabili frammenti di violenza simbolica. Dopo poche ore il video dell'Alletto ha congestionato il traffico; i contatti e gli accessi al sito sono aumentati del 600 per cento; il rendimento politico dell'operazione è sotto lo sguardo di chiunque riesca a comprenderne le potenzialità (senza per questo sentirsi inesorabilmente un po' guardone). Nulla più della vita pubblica si sta adeguando al regno del visivo. All'estero basti pensare al video interdetto di Clinton davanti ai giurati o all'angosciosa sequenza di Lady Diana nella porta girevole prima dell'incidente •• sono più avanti che in Italia. Ma anche qui, in prospettiva, almeno sul piano della partecipazione emotiva il video-choc è destinato a soppiantare la parola scritta, il discorso, il decalogo, il memorandum e perfino lo spot costoso e leccatino, ormai nemico dichiarato della spontaneità. Si tratti dello squalo bianco dell'Adriatico, infatti, o della consegna di mazzette al geometra comunale messinese; dell'incendio di una saracinesca a Napoli da parte della Camorra alla pornostar che raccoglie la confessione di Pacciani (4 filmati più o meno artigianali di cui si sono occupate le cronache negli ultimi tempi) candid camera è sempre n cu I croni I la ca calda, viva, diretta e concede a chi guarda l'illusione della verità. L'utilizzo politico è dunque nella forza delle cose, e non per caso Berlusconi, che di comunicazione se ne intende, una volta si è provato a raccomandare ai militanti di Forza Italia di mettersi «la telecamera in spalla» e girare per raccogliere immagini utili al movimento. Nessuno però gli ha dato retta. Così quest'arma tecnologicamente evoluta della propaganda per ora l'hanno impugnata altri che con qualche inevitabile semplificazione si possono classificare come estremisti: squatters, leghisti, rifondatori ed ex potenti in difficoltà. A loro si deve la- prima collezione di immagini sgranate e traballanti, primi piani deformanti e audio confusi, e tuttavia anche per questo capaci di provocare turbamenti, convincimenti... Il video, quindi - pure questo passato su Internet - realizzato dai Centri sociali sull'aggressione a Teodoro Buontempo. Etichettato on line come «Documentazione audio e video sulla provocazione fatta da Buontempo»: calpestio, fuggi fuggi, sedie che volano, «caramba con il pezzo», cioè la pistola, secondo la didascalia. Oppure il video consegnato ai giudici da un consigliere di Rifondazione sul brutale trattamento di malati di mente in un ex manicomio di Bergamo. 0 il video girato da un leghista di Milano, Bernardelli, sugli e magari contro gli immigrati. Per finire con i video fantasma di Bettino Craxi che filmava di nascosto i suoi incontri. Video chiusi a chiave, per ora, in un cassetto di Hammamet. Filippo Ceccarelii Bili |

Persone citate: Berlusconi, Bernardelli, Bettino Craxi, Buontempo, Clinton, Diana, Filippo Ceccarelii Bili, Marta Russo, Pacciani, Teodoro Buontempo

Luoghi citati: Bergamo, Italia, Milano, Napoli