LE DUE SINISTRE E IL DEMONIO di Edmondo Berselli

LE DUE SINISTRE E IL DEMONIO LE DUE SINISTRE E IL DEMONIO MALGRADO lo scolorirsi del rosso e il disincanto politico generale, per il popolo della sinistra la conclusione della Festa nazionale dell'Unità è sempre un momento di identità e di emozione, se è ancora possibile nutrire emozioni politiche. E' in occasioni di questo tipo, dentro questi bagni di folla tra le bandiere sventolanti, che la frattura del Pds con Rifondazione comunista appare come uno sconsiderato incidente politico, ma niente di più. Compagni questi e compagni quelli. Questi, i Ds, finalmente al governo, frustrati ma convinti che è meglio emilianamente governare che essere minoranza; quegli altri, quelli di Rifondazione, pieni di nostalgia per l'opposizione, la piazza, gli scioperi. Ieri a Bologna Massimo D'Alema ha provato a riproporsi come il punto di riferimento di tutta la sinistra. Non il leader assoluto, perché non poteva: ormai Rifondazione comunista non è più la vecchia componente del Pei, è un partito inedito, radicato nei centri sociali come nel pubblico impiego. Non ha cercato neppure di ricorrere troppo retoricamente agli appelli accorati, al vecchio cuore comunista: sa benissimo che a ogni appello unitario» si scatena l'ala trotzkista del Prc, e tutti quelli che assegnano alla «lotta» un valore in sé, non escluso naturalmente Bertinotti, secondo cui «da una posizione di opposizione si potrebbero intercettare gli elementi di disagio sociale», e comunque «ricaricare le batterie delle Sinistre». Poiché non è un romantico, D'Alema si è ormai rassegnato all'idea che le sinistre sono effettivamente due e che non è Edmondo Berselli CONTINUA A PAG. 13 PRIMA COLONNA

Persone citate: Bertinotti, D'alema

Luoghi citati: Bologna