Alla corte dei Gonzaga di Angela Bianchini

Alla corte dei Gonzaga Mantova ricorda Maria Bellona Alla corte dei Gonzaga MANTOVA ARIA Bellonci, fondatrice del premio Strega, attraverso tutte le sue opere, stabilì, con Mantova e la dinastia dei Gonzaga, rapporti così stretti da farne la sua seconda patria. La ristampa nell'edizione tascabile ma prestigiosa dei Miti, di Rinascimento privato, l'ultimo suo libro, uscito nel 1985, un anno prima della morte ha fornito così l'occasione per tre giorni di manifestazioni che si chiudono oggi. Il romanzo della Bellonci, di cui esce la ristampa, è interamente dedicato a Isabella d'Este, moglie di Francesco Gonzaga e marchesana di Mantova, una donna giovane, uno spirito libero, che, attraverso un linguaggio modernissimo, rievoca, nell'intimità, una stagione unica per il mondo e anche per se stessa: il Rinascimento. E la rievocazione ha inizio nella Stanza degli orologi, nell'anno 1533, da cui si dipartono, come a raggiera, gli scorci di storia, spostati e combinati con abilità così consumata da ricrearla proprio così come la visse Isabella. Anche il pubblico, questa volta, potrà vincere il tempo, come Isabella. Superando quasi cinque secoli di storia, sarà lì, nella stanza degli Orologi, e se non ne udrà il ticchettio, perché gli orologi, ahimé, sono spariti, vedrà i fregi dei guerrieri che vedeva Isabella, e, dalle finestre, il paesaggio da lei rimirato. Dalla Stanza degli orologi, come dagli studioli, dai camerini, dalla Grotta, sentirà poi parlare Isabella. Perché è questo, dei Percorsi guidati, il clou del fine settimana in compagnia di Maria Bellonci e di Isabella d'Este, che prevede anche la presentazione di Rinascimento privato nei luoghi del libro, e cioè nel cortile del Castello di San Giorgio. La terrà Antonio Paolucci, sovrinttteadente agh *Jff^i#-.già sovrintendente a Mantova fino al 1985. Ma com'è nata l'idea del Percorso guidato, che ha per titolo, «Dal Castello di San Giorgio a Cortevecchia con Maria Bellonci»? «Si tratta - spiega Anna Ma¬ ria Remoaldi, erede e amica della Bellonci, e animatrice della Fondazione a lei dedicata, che organizzala manifestazione - di un'idea della Sovrintendenza che già da due anni mi aveva interpellato per organizzare questi percorsi seguendo le opere di Maria, e non soltanto Rinascimento privato. Un gruppo o magari due gruppi di persone camminerà attraverso i luoghi designati mentre l'attrice Ivana Monti leggerà le parole di Isabella oppure altri testi. Per esempio, una di quelle lettere scritte a Isabella da Robert de la Pole, il prete anglicano, personaggio non storico, bensì straordinaria invenzione della Bellonci che nel romanzo funziona come testimone del tempo e depositario della storia di Isabella». Insomma, un modo di far rivivere quel mondo, quell'epoca. «Esattamente. Infatti, salvo per la Camera degli Sposi le cui pareti sono affrescate, si tratta in generale di sale spoglie dove la gente ha difficoltà a immaginare come si svolgesse la vita. E noi cerchiamo di farla rivivere». In realtà, di recente, il pubblico ha avuto anche altre occasioni per ritrovare Isabella. E non solo a Mantova, ma a Milano, a Bologna ovunque Manuel Vàzquez Montalbàn, presentando il suo fortunato O Cesare o nulla (Frassinella, ha ricordato il debito storico e intellettuale verso l'opera di Maria Bellonci. Si tratta, però, di un'altra Isabella così come, nel libro di Montalbàn, si tratta di un'altra Lucrezia Borgia e di un altro Cesare Borgia: né potrebbe essere diverso, perché i due scrittori hanno finalità quasi opposte. A differenza della Bellonci, attratta dai Borgia perché creature di «estro e passione» (come ha detto bene Ernesto Ferrerò), ma anche da figure che «cercano la maturazione attraverso l'esercizio di un superiore controllo», a Montalbàn, scrittore essenzialmente politico, interessa decifrare i cammini deviami del potere. Angela Bianchini

Luoghi citati: Bologna, Mantova, Milano