Mai rinunciare alla lotta
Mai rinunciare alla lotta LA LETTERA Di O.d.B. Mai rinunciare alla lotta GENTILE Signor Bovio, la sua è una delle tante lettere che approdano a questa rubrica esternando il disagio dei torinesi per la propria città. Il confronto con una città estera corrispondente e molto usato. I torinesi non sono teneri nei riguardi dell'amministrazione, e la scontentezza aumenta. Se pubblicassi tutte queste lettere avrei bisogno di un giornale intero dedicato sin dalla prima pagina ai lamenti. Lei dice: «Perché qui i servizi pubblici funzionano alla perfezione con passaggi al minuto; perché qui le bacheche con gli orari dei passaggi sono illuminate di sera (cosi si evita di usare i fiammiferi e altro come a Torino); perché qui a ogni fermata di tram o autobus c'è un altoparlante che avverte i clienti passeggeri di eventuali ritardi o inconvenienti? Perche qui i mezzi pubblici hanno il Mrinunalla ai ciare otta predellino di salita che si pone a livello marciapiede così da facilitare le mamme con le carrozzine (non ricordo di aver visto una carrozzina su un mezzo pubblico a Torino)? Perché a Monaco, pur avendo una percentuale di extracomunitari molto più elevata, non si vedono lavavetri agli incroci, posteggiatori abusivi o venditori ambulanti? Perché qui basta una semplice telefonata ed arriva subito una visita specialistica nello studio del medico? A questo punto, non rimarrebbe altro che invitare gli amministratori di Torino a tare una gita qui a Monaco (naturalmente a loro spese) e "copiare" come si fa ad amministrare una città e a renderla più vivibile per i suoi abitanti...». La proposta è legittima. Occorrerebbe davvero fare tutto per migliorare il tono della vita in questi tempi malsani. Non si dovrebbe rinunciare alla lotta per nessun motivo. A questo proposito credo che forse sarebbe possibile pagare le spese della gita invece di addebitarla ai gitanti. Mai peccare di tirchieria quando ci sono di mezzo le sorti di una città come Torino. Torino, prima capitale d'Italia, potrebbe dare un esempio clamoroso. Oreste del Buono Gent.mo Sig. Del Buono, da oltre un anno per motivi di lavoro vivo in Germania, a Monaco di Baviera e, di tanto in tanto, ritorno a Torino. Ogni volta non posso fare a meno di constatare quanto grande sia la differenza tra le due città che per alcuni aspetti hanno dei denominatori comuni: grandi città quasi uguali per numero di abitanti, vicine entrambe alle Alpi, industriose, ricche entrambe di storia. Eppure qui la qualità della vita è notevolmente superiore, ed ogni volta mi domando perché qui sì e a Torino no... Giovanni Bovio, Mùnchen
Persone citate: Bovio, Del Buono, Giovanni Bovio, Oreste Del Buono
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