Frutta, prezzi stabili sul 1997

Frutta, prezzi stabili sul 1997 IL BORSINO DEL MERCATO Rispetto all'anno scorso le mele sono in ribasso mentre salgono le pere Frutta, prezzi stabili sul 1997 Ma per le famiglie aumenta il costo della verdura ROMA. Ormai la globalizzazione ha investito in pieno anche il mercato degli ortofrutticoli, si può quasi dire che, sui mercati, non vi sono più limiti temporali per la frutta e la verdura (ma seguire anche l'andamento stagionale della nostra agricoltura sarebbe bene, visto che i prodotti italiani sono fra i più controllati dal punto di vista sanitario). Così, anche in questo periodo in cui la frutta italiana abbonda, possiamo toglierci il gusto di mangiare una bella fetta di ananas. Può provenire dal Ghana e costa sulle 8000 lire il chilo, un po' meno cara di quella della Repubblica Dominicana e un po' di più la costaricana. Pure, spendendo 16-18 mila lire il chilo possiamo gustare la papaia brasiliana, e con circa 12 mila lire un mango africano. Ma dopo che ci saremo tolti questo sfizio, torneremo certamente presto alla nostra saporita, gustosissima e matura frutta italiana. I cui prezzi sono decisamente inferiori. A proposito di prezzi possiamo fare un confronto con quelli di circa un anno fa. Vediamo allora che sono rimasti pressoché stabili l'uva a 2500-2800 lire il chilo (sia bianca che nera), le susine a 3000, i kiwi italiani a 50006000 (ma quelli neozelandesi, che cominciano propro ora ad arrivare, costano il 20 per cento in più). Leggermente calato il prezzo dei meloni retati (da 3500 un anno fa a 3000) e le mele Golden (da 2200 a 1500). Sono cresciute invece le pere in generale, ad esempio le Williams, da 2700 a 3600 lire. Tra le primizie, ricordiamo una chicca: le noci fresche della Campania a 5-6000 lire il chilo. Gli agrumi sono scarsi, ma qualcosa si trova: arance a 3400 lire, pompelmi a 1700, limoni a 2000 lire. Negli ortaggi il discorso sull'estero è meno facile perché non vi sono pro¬ dotti tipici di altri continenti che invadono il nostro mercato, quanto invece ortaggi comuni che arrivano magari dalla Spagna, dalla Grecia, dalla Tunisia, dal Marocco. Ma tant'è. Questa è la globalizzazione. Restiamo comunque ai prodotti italiani, e sempre con i prezzi al dettaglio, vediamo che sono decisamente cresciuti, rispetto a un anno fa: lattuga, passata da 2000 a 3000 lire circa, finocchi da 2500 a 3900, i fagiolini, da 3000 a 5000 lire. Stabile il prezzo dei pomodori da mensa a 4500 lire. I prezzi all'ingrosso rispecchiano all'incirca l'andamento del dettaglio con richiesta discreta come affermano all'ortomercato di Milano - per coste, finocchi, melanzane, peperoni, pomodori da insalata, zucchine, kiwi, banane, fichi, pere, pesche, uva. Gianni Stornello

Persone citate: Del Mercato, Gianni Stornello

Luoghi citati: Campania, Ghana, Grecia, Marocco, Milano, Roma, Spagna, Tunisia