Olanda regina del part-time

Olanda regina del part-time Olanda regina del part-time Italia fra gli ultimi in Europa A «mezzo tempo» un posto su 10 BRUXELLES, E' l'Olanda la regina del part-time in Europa: nella ricerca di modelli di lavoro flessibili da mettere in campo nella lotta contro la disoccupazione, il sistema olandese vanta posizioni di assoluta leadership, mentre l'Italia continua a navigare in fondo alla classifica continentale. E' quanto emerge dai dati comparati diffusi da Eurostat, secondo i quali in Olanda la quota della forza lavoro complessiva impiegata attraverso forme di part-time ha ormai raggiunto il 38,1% contro il 5,3% della Grecia, ultima fra i quindici Paesi dell'Ue. Eurostat fotografa la situazione settore per settore nell'Unione europea sulla base di cifre relative al 1997. Nel comparto del commercio al dettaglio, gli addetti part-time sono in Italia solo l'8,4% rispetto al 55,4% dell'Olanda, 37,8% della Danimarca, il 32,6% della Germania. Nell'industria alberghiera e della ristorazione, la quota del personale con contratti part-time tocca il 58,8% in Olanda, il 48,9% nel Regno Unito, il 38,2% in Svezia: l'Italia è lontana, attestata sull'I 1,6%. Nell'intermediazione finanziaria, lavorano a tempo parziale in Italia il 3,5% degli addetti: nel Regno Unito sono il 18%, in Germania il 14,7%, in Francia il 9,5%. Anche sul fronte del pubblico impiego, l'Italia è in ritardo nell'introduzione del part-time: nei grandi Paesi (Germania, Francia, Regno Unito) le quote variano dal 13 al 19%, contro il 4,3% del Beipaese. Il part-time - osservano gli esperti di Eurostat - è un potente volano per l'occupazione femminile: ben 20 dei 24,4 milioni di persone occupate con contratti di questo tipo sono donne. Oltre la metà di esse (10,2 milioni) sono donne sposate. L'analisi di Eurostat non si ferma qui. lasciando da parte il tempo parziale e occupandosi dei settori che offrono più posti, l'ufficio statistico dell'Unione europea rile¬ va che il terziario continua ad essere il settore che dà più opportunità, impiegando 65 lavoratori ogni cento. Ed il campo dei servizi è quello che attira di più le donne, non a caso occupa l'80% delle lavoratrici: le donne sono ormai la maggioranza in molti settori specifici, come ad esempio quello dell'intermediazione finanziaria, l'educazione, la sanità ed i servizi sociali. Ma in questo mondo al femminile l'Italia resta tra i Paesi di coda. In tutta Europa, secondo l'indagine Eurostat, i servizi occupano 97 milioni di persone e in quattro Stati la quota supera il 70%, cioè in Lussemburgo (74,1%), Olanda (73,1%), Svezia (70,9%) e Gran Bretagna (70,6%). A livello continentale il 5,1% della forza lavoro è occupata nell'agricoltura, il 29,8% nell'industria ed il 65,1%, appunto, nel terziario. Tra i vari servizi specifici è il commercio ad avere più occupati, seguito dalle attività professionali. [r. e. s.]