IL DESTINO E LA FOLLIA

IL DESTINO E LA FOLLIA IL DESTINO E LA FOLLIA portunità di essere l'unico che vince. Altri numeri: c'erano in gioco 84 milioni di combinazioni possibili, ne è uscita una: la sequenza 3, 33, 45, 57, 78, 80. Sperare di azzeccarla sembrerebbe una cosa da pazzi, invece chi in questi giorni è entrato in una tabaccheria o in un autogrill ha avuto il dubbio contrario: siete pazzi se non giocate, se non accettate di devolvere un niente per poter nutrire la speranza di avere il tutto. 11 tutto sono 17 miliardi e 850 milioni. Una ricchezza così è una materia inerte che prende vita propria, trascende l'etica, e non la si può guardare in faccia (specie se tocca a qualcun altro). Nelle scuole guida insegnano che se chi vi viene incontro ha ì fari abbaglianti, voi dovete chiudere l'occhio sinistro e con l'altro guardare a destra, in basso, la riga bianca. In un caso come quello odierno l'unico modo per non essere abbacinati dai 18 miliardi vinti è guardare in basso verso quei 67 miliardi giocati, e anzi verso i 50 che tanno la differenza fra il giocato e il vinto. Il senso del gioco non è mai nel rivolo occasionale deila vincita, ma sta nel fiume di soldi che vanno regolarmente al biscazziere: quello è il plusvalore della speranza e su quello si potrebbe perfino riflettere.