Giornali e tv montano la forca di Andrea Di Robilant

Giornali e tv montano la forca UN CLIMA DA LINCIAGGIO CWASHINGTON OS'E' quel rumore che sale dalla capitale? Sono i media americani che lavorano senza sosta questo fine settimana per erigere la grande forca elettronica dove sperano di impiccare - lunedì mattina alle nove - il Presidente William Jefferson Clinton. In queste ore c'è tra i giornalisti un clima da vero e proprio linciaggio. E il contrasto non potrebbe essere più stridente con il clima che regna nel Paese, dove la stragrande maggioranza degli americani (dal 60 al 70 per cento, a seconda dei sondaggi) vuole che Clinton rimanga alla Casa Bianca. «Da mesi i giornalisti, i commentatori, i conduttori dei talk show dicono privatamente che presto anche il pubblico capirà di che pasta è fatto il Presidente e la sua popolarità piomberà - dice Howard Kurtz, che scrive di media sul Washington Post -. E invece la maggioranza degli americani continua a non con- Giornali e tv montano la forca La rivincita sul leader che la faceva franca dividere quel senso di tradimento collettivo che patiscono i media». I quali continuano a reclamare a gran voce la cacciata di Clinton. Sono ormai più di 120 i quotidiani che hanno chiesto al Presidente di andarsene, tra cui molte testate importanti, come Usa Today, il Philadelphia Enquirer, il Chicago Tribune, il Denver Post... E se i grandi giornali come il New York Times e il Washington Post non hanno ancora emesso la loro sentenza è solo perché si contendono il diritto di dare la mazzata finale. In televisione la rabbia dei giornalisti è ancora più palpabile. Gli eccessi del procuratore Starr, la fretta della Commissione Giustizia nel dare in pasto al pubblico la deposizione segreta del Presidente - tutto questo si perde tra le urla dei telecronisti che fanno a gara a chi attacca il Presidente con maggior ferocia. Scrive Russell Baker, l'anziano umorista del New York Times - ormai il dissenso appartiene solo ai giullari - che egli non osa più fiatare quando si trova tra colleghi «perché un giudice forcaiolo si cela dietro ogni firma, ogni editoriale, ogni telecronista, ogni mezzobusto. Non c'è dubbio: è arrivata l'ora della Caccia al Presidente». Perché i media vogliono «uccidere» Clinton? Una spiegazione è che nell'eterna rivalità tra inedia e potere, Clinton è sempre riuscito a farla franca, a menare tutti per il naso. E ora che il procuratore Starr l'ha finalmente incastrato, non se lo lasciano più sfuggire. I media sapevano da tempo qual era il gioco di Clinton, ma sempre di più la gente se ne infischiava. Lo scorso gennaio, quando esplose la notizia che Starr stava indagando sull'affaire Lewinsky, i giornalisti chiusero subito il cerchio come belve rabbiose per poi dover mollare la preda perché ancora una volta non c'erano «le prove». Dovettero fare un umiliante mea culpa, ammettere davanti al pubblico di aver peccato di superficialità, di essersi prestati a compiere una giustizia sommaria prim'ancora di aver raccolto i fatti - di aver fatto il loro mestiere. Sette mesi dopo i latti - raccolti da Starr e non dai giornalisti, come fu invece per lo scandalo Watergate - hanno dato ragione ai inedia. Tutto ciò che dissero e scrissero in quelle giornate concitale di gennaio è risultato essere vero. Per cui nella foga attuale dei media si avverte anche un forte senso di rivalsa, una voce che grida indignata: «Ve l'avevamo detto!». Russell Baker suggerisce che deve essere stata la disperazione di questi mesi, la paura di non riuscire a mettere Clinton nel sacco, «a spingere i media in questa improvvisa e ipocrita storia d'amore con il moralismo». Ma l'estremo paradosso è che anche adesso, quando il condannato sta per salire i gradini della forca che gli hanno eretto, sono i media - non Clinton - ad attirare l'antipatia degli americani. Come ha scritto l'iconoclasta Molly Ivins su Time: «Voi giornalisti ci avete schiaffato la sua vita sessuale in faccia, ci avete spalmato la faccia ben bene per otto mesi, e il risultato è che adesso ci fate più schifo voi di Clinton». Andrea di Robilant

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