Clinton parla all'Onu, il mondo guarda il video di Franco Pantarelli

Clinton parla all'Onu, il mondo guarda il video Contrari alla diffusione sette americani su dieci, ma solo il 50 per cento dice: non lo vedrò Clinton parla all'Onu, il mondo guarda il video Sexgate: in onda domani la deposizione del Presidente NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Primo giorno della grande attesa, ieri. Sette americani su dieci hanno detto «no» alla diffusione pubblica del video con la deposizione di Bill Clinton davanti a Kenneth Starr, ma soltanto il 50 per cento degli interpellati nell'ambito di due sondaggi della «Fox» e «Time-CNN» hanno dichiarato che non guarderanno la tv. Quasi in contemporanea, alle dieci, il Presidente pronuncerà un discorso davanti all'Assemblea delle Nazioni Unite che comincia la sua nuova sessione. Si sa che i dirigenti dei vari network stanno dibattendo su come conciliare s , le due cose, ma l'impressione ge- • nerale, almeno ieri, era che il discorso all'Onu sarà l'atto , presidenziale meno «coperto» dall'avvento della televisione. E anche nello stesso uditorio cui Clinton si rivolgerà direttamente, quello dei capi di governo e ministri degli Esteri convenuti da tutto il mondo al Palazzo di Vetro di New York, si prevede un'atmosfera strana, un'attenzione distratta da quello che nel frattempo i televisori staranno trasmettendo. Il sesso di Clinton, insomma, è destinato a prevalere non solo sul «social security», sulla riforma della scuola, sulla riduzione delle tasse, cioè i temi americani, ma anche su problemi come la pace nel mondo, la crisi finanziaria internazionale, la riforma del Consiglio di Sicurezza. Nei giorni scorsi, del resto, la «faccenda Monica» aveva già avuto modo di influire sull'Onu, quando un po' tutti si sono trovati a concludere che, data l'aria avvelenata di Washington, il momento in cui Congresso e Casa Bianca si metteranno d'accordo per pagare il debito americano di un miliardo e mezzo di dollari è rinviato a tempi migliori. In questo momento, infatti, non c'è nulla su cui Casa Bianca e Congresso possano discutere. I senatori hanno approvato l'altro giorno una riduzione delle tasse da inserire nel prossimo bilancio, come «dividendo» della riduzione del deficit, e Clinton ieri ha annunciato il suo veto dicendo che prima bisogna sistemare il «social security», cioè i conti delle pensioni. Sempre l'altro giorno il suo veto contro una legge anti-aborto approvata recentemente ha «retto» alla prova dei due terzi del Senato e i «religiosi», forti dell'ondata di moralismo scatenata dalla faccenda Monica, hanno intrapreso un'azione per far scomunicare i senatori cat¬ tolici che non hanno votato per rovesciare il veto di Clinton. Perfino i 420 milioni che servono all'«Americorp», l'iniziativa clintoniana di volontariato cui partecipano 40.000 giovani, sono in pericolo nel prossimo bilancio perché ormai a questo Presidente si deve negare tutto. Sylvester Stallone, che come la gran parte delle star di Hollywod è un sostenitore di Clinton, gli ha mandato in regalo i guantoni da pugile che ha usato nella serie «Rocky» con un messaggio del tipo «Continua a lot¬ tare», e lui lotta. Un suo uomo, si è saputo, staziona regolarmente al Congresso per tenerlo informato dell'aria che tira. Ogni tanto gli manda notizie un po' consolanti, come quella che l'altro ieri tutti i democratici della commissione Giustizia, nessuno escluso, si sono battuti ferocemente contro la decisione di rendere pubblico il video della sua deposizione (assieme alla descrizione delle sue telefonate notturne con Monica, ai racconti di lei su come raggiungeva l'orgasmo grazie alla «sti- molazione presidenziale» e a tante altre cosette del genere). Ma più spesso i suoi rapporti sono «neri», come quello secondo cui una buona metà dei democratici aspetta di vedere la reazione alla diffusione pubblica di quel materiale per scatenarsi senz'altro contro Clinton, a fianco dei repubblicani. I quali repubblicani ce la stanno mettendo tutta per gettare sulla Casa Bianca la «colpa» della diffusione di notizie «sporche» ai loro danni, come quella della relazione extrama¬ trimoniale di Henry Hyde, presidente della commissione Giustizia. Ieri Newt Gingrich ha detto, senza fare nomi, che la figlia di un deputato repubblicano si è vista mostrare un filmino di certe sue performances sessuali con la minaccia: «Se non vuoi che lo rendiamo pubblico, raccontaci qualcosa di bello su tuo padre». Washington, insomma, si sta preparando all'evento di domani con la consueta signorilità. Franco Pantarelli La Casa Bianca pone il veto su una riduzione delle tasse già approvata al Senato dai repubblicani Sylvester Stallone manda in regalo al suo amico Bill i guantoni di «Rocky» per dirgli: combatti , • , Il presidente Clinton con Hillary e, sopra il leader repubblicano Newt Gingrich

Luoghi citati: New York, Washington