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L'uragano rovescia un traghetto, 130 morti nelle Filippine Un superstite: «E' stato come trovarsi sul Titanio». Tra le vittime tre stranieri che parlavano inglese, una coppia con bambino L'uragano rovescia un traghetto, 130 morti nelle Filippine Oltre300 tratti in salvo dopo ore d'incubo nel mare in tempesta infestato da squali MANILA. E' di circa 130 morti, tre accertati e gli altri ufficialmente dispersi, il bilancio di un naufragio avvenuto venerdì notte nelle Filippine di fronte a Fortune Island, un centinaio di chilometri a Sud di Manila. Il traghetto «Princess of the Orient», diretto da Manila a Cebu con a bordo 453 persone - 351 passeggeri, 10 dei quali bambini, e 102 membri dell'equipaggio - è affondato a causa dei venti a 130 chilometri l'ora e delle enormi onde scatenate dalla tempesta tropicale «Vicky» al largo delle coste di Batangas. I sopravvissuti sono almeno 314. I cadaveri recuperati appartengono a due bimbi, di 12 mesi e quattro anni, e ad un uomo di 67 anni. Quasi tutti i passeggeri sembrano essere filippini, ma un membro dell'equipaggio sopravvissuto ha dichiarato di aver visto sul ponte una coppia di stranieri col loro bambino che parlavano inglese. Il traghetto, con una stazza di 14 mila tonnellate, è uno dei più grandi in servizio nelle Filippine. «E' stato come trovarsi sul Titanio), ha dichiarato il cuoco di bordo, salvato da un peschereccio dopo esser rimasto per dodici ore in mezzo al mare, «il traghetto si è inclinato, ha imbarcato acqua e il comandante ha ordinato di abbandonare la nave». L'opera dei soccorritori è stata resa ardua dalle pessime condizioni meteorologiche nella zona del disastro, dove le acque sono infestate da pescecani. La «Princess of the Orient» apparteneva alla stessa compagnia armatrice proprietaria della «Dona Paz», la cui collisione con la petroliera «Mv Victor» nel dicembre 1987, al largo dell'isola di Mindoro, causò la morte di 4300 persone, il peggior disastro della storia in tempo di pace. I traghetti sono di cruciale importanza per i trasporti nelle Filippine, che hanno mia lunga storia di tragedie in mare. [Ansai