Uno Yom Kippur con il tesoro dell'Olocausto
Uno Yom Kippur con il tesoro dell'Olocausto nelle sinagoghe di tutto il mondo In arrivo i duemila miliardi versati dalle banche svizzere: chi ne ha diritto? Non c'è accordo Uno Yom Kippur con il tesoro dell'Olocausto I rabbini chiederanno consigli sulla distribuzione dei risarcimenti LOS ANGELES NOSTRO SERVIZIO Per gli ebrei Yom Kippur è la più solenne tra le feste, il giorno in cui ci si pente dei propri peccati e ci si purifica per affrontare il futuro. Quest'anno il Kippur verrà celebrato il 30 settembre e da Buenos Aires a Budapest, da Sydney a San Francisco il rito millenario verrà interrotto da un singolare evento: la lettura di una lettera sulla distribuzione dei circa duemila miliardi di lire che le banche svizzere hanno accettato di versare ai sopravvissuti dell'Olocausto. I rabbini spiegheranno che i soldi sono in arrivo ma che non c'è ancora accordo su come distribuirli. E inviteranno gli ebrei a partecipare alla difficile decisione inviando suggerimenti ai giornali delle comunità, ad appositi numeri verdi e siti Internet. «Si tratta di un compito estrema¬ mente complesso», dice Melvyn Weiss, uno degli avvocati americani che hanno condotto la causa contro Ubs e Crédit Suisse. «Non abbiamo deciso qual è la distribuzione più equa e ci sarà sicuramente confusione». Confusione, divisioni e risentimenti, mentre la memoria dell'Olocausto rischia di diventare una questione di dollari. Tutti sono d'accordo sul fatto che i primi a venir pagati dovrebbero essere quei sopravvissuti e i loro eredi i cui conti bancari sono stati chiaramente identificati. Ma di fronte alle scelte successive anche Salomone si sarebbe trovato in seria difficoltà. Per iniziare, c'è la questione di cosa sia un sopravvissuto: sono gli ebrei finiti nei campi di concentramento o anche quelli costretti a emigrare o a nascondersi? E chi viene prima, gli ebrei americani che hanno iniziato la causa, spesso benestanti, o quelli generalmente poveri che risiedono in Russia, in Polonia o in altri Paesi dell'Est? «Temo che i quattrini resteranno bloccati per mesi nelle mani di organizzazioni americane che staranno a discutere su identificazioni e cavilli legali, mentre abbiamo gente in tutto il mondo che sta morendo di povertà», tuona da Londra Marcia Goodman, responsabile dei servizi sociali per la Associazione dei rifugiati ebrei. «Questo denaro dovrebbe venire dato ai sopravvissuti dell'Olocausto più bisognosi, indipendentemente dal fatto che avessero o no conti in Svizzera». Prima bisognerà però decidere se l'intera somma andrà destinata agli individui o se non sarebbe più giusto girarne una frazione a cause come il restauro dei cimiteri distrutti dai nazisti o la salvaguardia della cultura ebraica. In Polonia, per esempio, occorrerà calcolare i duemila sopravvissuti all'Olocausto o gli oltre tre milioni di ebrei polacchi in vita prima dell'invasione nazista? «I bisogni di quella comunità sono molto superiori ai suoi numeri, ci sono molti cimiteri e altri luoghi sacri che vanno ricostruiti», sostiene Bobby Brown, l'uomo designato da Benjamin Netanyahu per affrontare il problema. «Questioni molto difficili, perché se il denaro pubblico è sacro, il denaro dell'Olocausto è sacro due volte». Il rabbino Abraham Cooper, condirettore del Simon Wiesenthal Center di Los Angeles, è coinvolto nel difficile processo della distribuzione. «Parli con quattro persone e ricevi cinque splendide idee», spiega. Secondo lui la parte più consistente dovrebbe andare agli individui e, se una parte verrà destinata alle organizzazioni ebraiche, queste dovrebbero usare il de¬ naro per finanziare progetti per la salvaguardia della tradizione e della cultura ebraiche. E il rabbino pensa che la questione vada risolta il più presto possibile. Se è vero che quei quattrini sono solo un simbolo di giustizia e che non c'è somma che possa risarcire l'immane tragedia dell'Olocausto, è anche vero che il numero dei sopravvissuti si assottiglia di anno in anno. Lorenzo Sòria Il rito millenario verrà interrotto dalla lettura di una lettera L'interno di una sinagoga
Persone citate: Abraham Cooper, Benjamin Netanyahu, Bobby Brown, Goodman, Lorenzo Sòria, Melvyn Weiss, Simon Wiesenthal
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