«Non si fa politica col mitra» di Vincenzo Tessandori

«Non si fa politica col mitra» Albania wmmmm- Ma la commissione delTOsce critica anche il governo: trovate l'assassino di Hajdari e rispettate il ruolo dell'opposizione «Non si fa politica col mitra» L'Europa a Berisha: così mini il Paese pgI §»>SSS sr TIRANA DAL NOSTRO INVIATO L'Europa chiede di vedere i conti e questi non tornano. Sotto gli occhi sgranati di Bromislaw Geremek, ministro degli Esteri polacco e presidente di turno dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione (Osce) e quelli altrettanto attenti di Georgi Papandreu, viceministro degli Esteri greco, sfila il lungo elenco dei nodi da sciogliere. Che, oltre un anno e mezzo dopo le elezioni vinte dai socialisti, rimangono i soliti: un'interpretazione non del tutto corretta del gioco democratico, la criminalità organizzata, la corruzione diffusa, il contrabbando. E son talmente pochi i motivi di consolazione che i due commissari, arrivati ieri per un giro di incontri con i notabili di Tirana, finiscono per tralasciarli. II golpe, la sommossa di piazza o quello che è stato, è imperdonabile e Sali Berisha, ritenuto responsabile, deve stare attento. «Voglio dirgli che la sua tattica e quella del suo partito hanno minato le istituzioni», rimprovera Papandreu. «Se continuerà su questa strada non soltanto isoleremo la sua tattica ma anche lui personalmente». Insomma, non è con il Kalashnikov che si può sovvertire un voto, anche il meno gradito. Questo Berisha e quelli del Partito Democratico dovranno metterselo in testa. Detto ciò, i rappresentanti europei sottolineano come non è possibile che in un Paese l'opposizione diserti il Parlamento. «Il suo posto non è nelle carceri o per le strade». Del resto, ha rincarato Geremek, «della violenza contro le istituzioni abbiamo discusso con la leadership democratica, ma questa leadership non ha preso le distanze anche se, della violenza, è forse responsabile». Ovvia la condanna per l'omicidio di Azem Hajdari, l'uomo forte di Berisha, motivo scatenante dell'insurrezione. «Ci auguriamo che il governo trovi il colpevole e risolva il caso con giustizia», dice Geremek. Ma dice pure che «il governo, di cui conosciamo gli sforzi, è molto lento nello svolgere il suo programma che, del re¬ sto, dovrà vedere molti cambiamenti». In qualche modo, mano tesa al primo ministro? Neppure per sogno: nell'europagella che gli viene consegnata, Nano scorge una serie di insufficienze e forse teme lui pure una bocciatura. E allora? Non rimane che Rexhep Mejdani, il professore di fisica diventato Presidente della Repubblica. «La comunità internazionale gli dà pieno appoggio nella ricerca di una soluzione politica. L'Europa isolerà tutti i gruppi estremisti che polarizzano la vita albanese. Ma l'opposizione dev'essere presente nella vita politica e il governo ha il dovere di rispettarla». Incendio soffocato? Presto per dirlo. Tanto più che, forse, non lo hanno appiccato neppure qui a Tirana: l'ombra lunga del Kosovo arriva l'ino a piazza Scanderbeg. In ogni modo, per non farsi cogliere impreparato una seconda volta, il governo si è riunito ieri sera per varare una serie di misure sull'ordine pubblico. Altri dieci kosovari son finiti in prigione per la sommossa e la Lega per la mobilitazione di Devline, a Sud di Valona, ha fatto pubblicare sui giornali un appello a «tutti coloro che hanno obbligo di leva». In questi ultimi giorni d'estate Berisha vorrebbe mostrare i muscoli, lui e i suoi promettono di bruciare in piazza i mandati parlamentari, ripetono che manifesteranno tutti i giorni, ma il governo fa un piccolo passo e concede gli arresti domiciliari a cinque dei sei dignitari democratici messi dentro a fine agosto con l'accusa di crimini contro l'umanità. Ora soltanto Blerim Cela rimane nel carcere 313. Che sia stato lui, nel 1992, a imbastire l'istruttoria per un'opaca vicenda di aiuti, trasporti, cooperazione e dintorni conclusa con l'arresto di Nano, forse è casuale. Vincenzo Tessandori Il presidente della Repubblica albanese, Rexhep Mejdani (a destra), accoglie il ministro degli Esteri polacco Bromislaw Geremek capo della delegazione dell'Osce I §SSS

Luoghi citati: Albania, Europa, Kosovo, Tirana