«Germania, 20 milioni di voti fluttuanti» di Emanuele Novazio

«Germania, 20 milioni di voti fluttuanti» Intervista con Renate Koecher dell'Istituto Allensbach a 7 giorni dalla sfida Kohl-Schroeder «Germania, 20 milioni di voti fluttuanti» // demoscopo avverte: non fidatevi troppo dei sondaggi ALLENSBACH DAL NOSTRO INVIATO Dottoressa Renate Koecher, lei è responsabile della campagna elettorale all'Istituto Allensbach, uno dei più prestigiosi «Think Tank» tedeschi. Quando si decideranno le elezioni? «Il giorno del voto, il 27 settembre». Perche? «Le elezioni bavaresi hanno mostrato che fra il 3 e il 4°/o di elettori ha cambiato idea negli ultimi giorni prima del voto: qualcosa di simile potrebbe avvenire domenica». Negli ultimi sondaggi la Cdu di Kohl guadagna. Com'è il «dima generale d'opinione»? «Sfavorevole alla Cdu. Gli elettori vedono che la tendenza resta favorevole all'Spd e che la Cdu è sulla difensiva: nei sondaggi può affiorare dunque il cosiddetto "effetto-simpatizzante", che sintonizza con la tendenza dominante. Ma non è dotto che al momento del voto questo effetto si riproponga». L'Spd è ancora sopravvalutata, dunque? «E' difficile dirlo con precisione, ma il risultato in Baviera e in altre regionali autorizzano a credere che sia così». In Baviera tuttavia i sondaggi hanno sbagliato. E' impossibile avere previsioni attendibili? «L'errore è considerare previsioni i sondaggi: in Baviera i sondaggi non hanno registrato l'evoluzione degli ultimi giorni, e più ci si avvicina al giorno del voto più forte diventa la convinzione degli elettori». Fra un quinto e un terzo dei tedeschi non ha ancora deciso per chi votare. Chi ne trarrà vantaggio? «Distinguerei: c'è chi è incerto fra partiti di blocchi differenti, fra Cdu e Spd dunque, e chi oscilla fra i partiti di una alleanza, fra Cdu e i liberali dell'Fdp. I processi che portano alla scelta sono completamento diversi. Nel secondo caso ha forte influenza il risultato in Baviera: una parte degli elettori Fdp, penalizzato a Monaco, sta pensando se vale la pena continuare a votare per questo partito o sia meglio passare alla Cdu. Molti elettori Cdu si chiedono se vale la pena votare comunque l'Fdp, per consentirgli di tornare al Bundestag e appoggiare la Cdu al governo. Diverso il caso degli elettori che oscillano fra blocchi». Potrebbero dunque essere decisivi, domenica? «Certamente. Ma attenzione: più ci si avvicina al giorno del voto, più gli elettori prendono sul serio le elezioni e la propria scelta. E' più facile dire "voglio cambiare partito" sei mesi prima delle elezioni: man mano che ci si avvicina al voto diventa sempre più difficile mantonere la propria indecisione. In questo momento, per l'appunto, aumentano gli elettori che vogliono continuare a votare per il partito già votato alle elezioni precedenti». Gli elettori fluttuanti aiuteranno soprattutto i grandi o i piccoli partiti? «La maggioranza degli elettori dei due grandi partiti popolari sono fedeli. Al contrario di quel che succede ai piccoli partiti, con l'eccezione della Pds: soltanto il 30% dei loro elettori so¬ no fedeli». Si parla molto di «rifiuto della politica»: inciderà sul voto? «Al contrario, questa sfiducia è diminuita: rispetto al '94 i par¬ titi si rivolgono agli elettori con molta più intensità, e la politica viene di nuovo vissuta con partecipazione dalla gente». Ma secondo alcune previ¬ sioni, 10 milioni di elettori non andranno alle urne, domenica. «Credo invece che la percentuale di votanti sarà molto alta. E non credo che chi non va a votare "rifiuti la politica": nella maggior parte dei casi si tratta di semplice disinteresse». I comportamenti elettorali variano, all'Est e all'Ovest? «Molto. All'Est c'è un partito, la Pds, che è forte soltanto in quelle regioni. E c'è una inclinazione per i partiti di sinistra molto più forte che all'Ovest». L'Est sarà dunque decisivo? «Difficile a dirsi perché all'Est, molto più che all'Ovest, le oscillazioni degli elettori sono forti e il "corridoio di preferenza" è più ampio». E i giovani che votano per la prima volta? Sono un gruppo compatto? «La partecipazione al voto dei giovani è molto più bassa di quella generale: la loro influenza è dunque minore di quanto ci si aspetterebbe». I partiti si vendono bene agli elettori? «La commercializzazione del partiti non è mai stata tanto forte. Molto però se ne va in nulla: l'Spd ha mobilitato i mass media con una campagna molto personalizzata, e in un primo momento l'effetto è riuscito. Ma il profilo di Schroeder in questa fase decisiva della campagna non ne ha tratto vantaggio. Al contrario». Emanuele Novazio «In Baviera le inchieste non hanno registrato l'evoluzione degli ultimi giorni, e più ci si avvicina allora di porre la scheda nell'urna più forte diventa la convinzione» Il leader delI'Spd Gerhard Schroeder

Persone citate: Gerhard Schroeder, Kohl-schroeder, Renate Koecher, Schroeder

Luoghi citati: Baviera, Germania, Monaco